Cmt apre una procedura di licenziamento collettivo. Le organizzazioni sindacali: “la cooperativa ha i conti in ordine, i licenziamenti sono incomprensibili”. La procedura di mobilità/licenziamenti collettivi, attivata dalla Cooperativa Cmt di Terni ai sensi della legge 223 del 23/07/91 art. 4 e 24, è stata bocciata, sfociando in un mancato accordo tra la cooperativa e le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti.
«Dopo una serie di riunioni – si legge in una nota sindacale congiunta – alla presenza della Regione Umbria, ultima quella del 14/05/18, le organizzazioni sindacali hanno ritenuto insufficienti le proposte presentate dalla cooperativa Cmt ai tavoli degli incontri, che di fatto portano tutte all’esubero dei lavoratori. Riteniamo inoltre – prosegue la nota – che il criterio effettivamente applicato dalla cooperativa nell’intera operazione sia discriminatorio e comunque in violazione dei criteri della legge 223/1991, del contratto di lavoro di riferimento e lesivi della dignità professionale dei lavoratori. Con questa procedura la Cmt vorrebbe infatti arrivare al licenziamento di sei lavoratori/soci: quattro della struttura amministrativa e due della struttura tecnica, ovvero di quella che è praticamente tutta la tecnostruttura, con la motivazione di dover fare economie per affrontare meglio il futuro. Il tutto in un contesto di totale assenza di problemi economici imminenti per l’azienda, con i conti della società in ordine che delineano un quadro più che positivo. Pertanto – continuano i sindacati – non si comprende proprio il motivo per cui la Cmt abbia deciso di progettare l’esternalizzazione di servizi indispensabili attivando una procedura di licenziamento collettivo».
Le organizzazioni sindacali, durante la trattativa, avevano anche proposto di attuare il piano di riorganizzazione del personale presentato dall’azienda azzerando il costo sociale tramite l’applicazione di strumenti previste dalle normative vigenti, come ad esempio la sospensione per tre soci/dipendenti e il demansionamento di altri 3. «Proposte – affermano i sindacati – che inspiegabilmente non sono state nemmeno prese in considerazione, nonostante avessero potuto produrre, almeno in alcune parti, addirittura un minore impegno economico per la cooperativa».
«La città di Terni è già afflitta da gravi problemi occupazionali – continuano i sindacati – al punto che sono diverse le aziende veramente in crisi che, in accordo con le parti sociali, hanno adottato soluzioni alternative pur di tutelare i posti di lavoro. Al contrario la Cmt, con questa procedura di licenziamento collettivo, non farà che aggravare una situazione sociale già pesante, generando difficoltà anche serie non solo alle sei famiglie direttamente coinvolte, ma potenzialmente anche a un centinaio di lavoratori che vi lavorano. Un colpo duro per questo territorio, inferto – è bene ribadirlo – da una cooperativa sana e con i conti a posto».
La Cmt, in data 24 maggio, ha tuttavia comunicato una crisi di liquidità, ma i sindacati non ci stanno.
«La cooperativa – affermano – presenta uno stato economico positivo e solido, la situazione di crisi è dovuta solo ai ritardi di pagamento delle proprie spettanze da parte di alcuni enti per gli anni 2017 e 2018. Tra l’altro – aggiungono le organizzazioni sindacali – tale crisi dichiarata mette a repentaglio il pagamento delle mensilità future e avrebbe comunque invalidato tutte le soluzioni che la Cmt ha dichiarato di essere disposta a percorrere al posto del licenziamento collettivo. Queste vertevano infatti tutte sull’incentivo all’esodo, senza tutelare né salario né professionalità, ma se tutti i lavoratori avessero scelto di adire all’incentivo aziendale oggi la cooperativa non sarebbe stata in grado di onorare quel percorso e sarebbe così risultata esposta a pericolosi decreti ingiuntivi».
Le sigle sindacali protagoniste della vertenza hanno scritto al Prefetto di Terni, al Commissario Straordinario del Comune e alle due aziende coinvolte nella vicenda, ma con particolare riferimento a Cmt, che è la sola azienda ad aver prospettato un licenziamento collettivo, al fine di assicurare ai circa cento lavoratori della cooperativa di avere la giusta retribuzione, ma con scarsi risultati finora.
«I licenziamenti collettivi – concludono i quattro sindacati firmatari della nota – sono irricevibili per i rappresentanti dei lavoratori, su questo nessuno intende scendere a compromessi. Resta invece oltremodo grave l’atteggiamento della cooperativa Cmt, che non ha voluto trovare soluzioni alternative agli esuberi né ha inteso valutare come poterne azzerare almeno il costo sociale, come invece indicato dalle norme e proposto dalle stesse organizzazioni sindacali nel rispetto dei soci-lavoratori, ai quali va riconosciuta grande responsabilità. Costoro – sottolineano le organizzazioni sindacali – si erano infatti dimostrati disponibili anche ad accettare i prepensionamenti e demansionamenti, ma l’azienda cooperativa ha preferito proseguire sulla linea tenuta finora, offensiva verso la dignità dei propri dipendenti e delle norme, esponendosi così a seri rischi dettati dall’inevitabile vortice giudiziario che la vicenda innescherà».
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