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Precari nel settore della sanità, Barberini: “Umbria presto a precariato zero”

“L’Umbria è la prima regione in Italia in cui tutte le Aziende sanitarie hanno avviato concretamente le procedure per la stabilizzazione dei precari nella sanità pubblicando tutti i bandi necessari per l’assunzione definitiva di circa 400 operatori tra personale medico, tecnico-sanitario, infermieristico e sociosanitario”: lo rende noto l’assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, evidenziando che “tale percorso è in applicazione del decreto Madia (D.Lgs. n.75/2017) per il superamento del precariato nella pubblica amministrazione”.

 

“La sanità umbra – sottolinea Barberini – sarà presto a ‘precariato zero’. Nonostante la possibilità di concludere la stabilizzazione nel triennio 2018/2020, in Umbria abbiamo infatti scelto di dare una risposta immediata perché fortemente convinti che personale formato e competente sia ancor più motivato a fronte della certezza del rapporto di lavoro. Tale percorso è frutto di una precisa scelta politica della Giunta regionale, poiché la legge Madia rende facoltativa e non obbligatoria la stabilizzazione. È stato condiviso con tutte le organizzazioni sindacali, garantendo procedure omogenee e trasparenti su tutto il territorio umbro”.

 

“Le circa 400 persone interessate, che soddisfano cioè i requisiti previsti dal decreto legislativo 75/2017 – prosegue l’assessore – sono state tutte già selezionate attraverso diversi concorsi pubblici e lavorano da tempo, in maniera precaria, nella sanità umbra. L’idea è quella di non disperdere il patrimonio di professionalità e competenze acquisito negli anni, assicurando stabilità ai professionisti coinvolti e rafforzando ulteriormente il sistema sanitario regionale”.

 

Barberini evidenzia infine che “la stabilizzazione dei precari si concluderà entro il 2018 e non pregiudicherà la possibilità di assumere nuovo personale, non bloccando quindi il percorso di rinnovamento e potenziamento della sanità umbra”.

Foto: RietiLife ©

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