L’Ente Corsa all’Anello, in attesa della Rivincita del 23 giugno prossimo, ha chiesto un commento sulla 50esima edizione della Corsa all’Anello, che si è svolta domenica 13 maggio allo stadio San Girolamo ed ha visto la vittoria del terziere Santa Maria, al tecnico della Federazione Italiana Sport Equestri Francesco Carlini, cittadino narnese ed ex cavaliere della giostra equestre che ben conosce le dinamiche della Corsa all’Anello.
“Mi è stato chiesto – spiega Carlini – un commento alla gara equestre della 50esima edizione della Corsa all’Anello, cosa che faccio volentieri nel ricordo del bellissimo articolo che scrisse il Colonnello Lodovico Nava nel 1985 (17a) pubblicato sulla rivista “Tutto Equitazione” del mese di maggio/giugno. Sono sincero, non era nei miei programmi recarmi al campo di San Girolamo. Se non fosse giunta all’ultimo momento la telefonata di un amico che si era ritrovato un biglietto in più, mi sarei perso molto. Lo spettacolo della parte introduttiva, le coreografie dei cortei, il suono dei musici e le eleganti evoluzioni del carosello del Reggimento Lancieri di Montebello (8°) con il finale preceduto dagli squilli di tromba per i comandi del: passo, trotto, galoppo e del “caricat” finale. Degno preludio ad una gara che ha un fascino ed una suspense unici, dovuti allo scontro diretto dei due contendenti”.
“Una corsa al galoppo – continua Carlina – che inizia con la partenza simultanea dei due cavalieri dagli appositi stalli e si risolve dopo più o meno mezzo minuto, dove il più veloce che giunge per primo all’ultimo dei tre anelli lo toglie all’altro in ritardo. Per fare questo il cavaliere deve possedere tutta una serie di qualità tra le quali spiccano l’equilibrio e la padronanza di nervi indispensabili per poter condurre il proprio cavallo e presentarlo con un buon livello di preparazione psicofisica, risultato di un addestramento valido e di un allenamento razionale.
Mi viene in mente questa frase del dottor Marco Reitano: ‘Il cavallo è una magnifica macchina perfetta pronta a fare qualsiasi cosa noi gli chiediamo. L’importante è prepararlo con gradualità sotto i profili: caratteriale, tecnico ed atletico’”.
“Dopo aver visto la corsa di domenica, – conclude l’ex cavaliere – è evidente che c’è stato qualcuno che meglio di altri ha compreso che non si può prescindre da questo modo di intendere il cavallo atleta. Già ai miei tempi mi è stato insegnato che a cavallo il “trucco” è nocivo e dura poco; men che meno il copia-incolla.
La conoscenza e l’applicazione di un lavoro costante e razionale teso a creare due cuori che battono all’unisono, due menti concentrate al raggiungimento dello stesso fine, sono e rimangono l’unico segreto della buona riuscita nella vita e nello sport: il cavallo ce lo insegna. Abbiamo visto il Carosello comandato dal Cap. Arianna Andreotti, del resto nello sport equestre gli uomini si misurano con le donne sullo stesso identico piano; penso sia giunto il momento di adeguare le Giostre e le Quintane alle altre discipline equestri. Lo dico con convinzione. Buon lavoro”.
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