L’Umbria è la quarta regione italiana per presenza di stranieri. Nella cuore verde d’Italia la popolazione straniera rappresenta infatti il 10,8% dei residenti, ed è inferiore solo a Emilia Romagna (11,9), Lombardia (11,4) e Lazio (11,2) mentre supera di poco la Toscana (10,7) e distanzia di almeno oltre un punto percentuale tutte le altre regioni, mentre quelle che contano meno stranieri sono la Sardegna con il 3%, la Puglia con il 3,1 e la Basilicata con il 3,6 e la media nazionale è del 8,3%.
A Terni la percentuale supera anche la media regionale: il numero degli stranieri è infatti pari a 12.540 su 111.000 totali, vale a dire l’11% dei residenti.
All’immigrazione governata è interamente dedicato il nuovo numero della rivista Passaggi pubblicato dalla fondazione Ranieri di Sorbello, che sarà presentato domani, venerdì 27 aprile, alle 17, al Cenacolo San Marco, in via del Leone con una tavola rotonda coordinata dal direttore dell’Istess Stefania Parisi, che vedrà la partecipazione di Ruggero Ranieri, presidente Fondazione Ranieri di Sorbello, Emanuele D’Amico, capo Gabinetto della Prefettura di Terni, Ideale Piantoni, direttore della Caritas di Terni, Enrico Caniglia, docente di sociologia Università di Perugia e Raffaele Iannotti, presidente dell’associazione Italiani Rimpatriati da Libia.
“La possibilità di trovare occupazione, unita alla buona qualità della vita e all’ottima accoglienza ricevuta, probabilmente convince molti stranieri a fermarsi in questa terra” spiega Emanuele D’Amico in un’intervista curata da Domenico Cialfi e pubblicata nella rivista. “Personalmente credo che le mutazioni culturali siano connaturate all’esperienza umana e pertanto debbano essere vissute senza indulgere a timori ingiustificati né eccessiva disponibilità ad abbandonare le tradizioni”. “Il processo di acquisizione della cittadinanza – prosegue D’Amico – è lungo, complesso e oneroso, e ritengo sia solo il punto di arrivo di una equilibrata integrazione di quanti vengono in Italia il cerca di migliori condizioni di vita. Se il mutamento culturale ci sarà, quindi, riguarderà tanto gli italiani per nascita quanto i nuovi italiani”.
La comunità più numerosa a Terni è quella rumena, seguita da quella albanese e da quella ucraina. In gran parte si tratta di lavoratrici impiegate come badanti e in altre forme di collaborazione domestica. Per quanto concerne la componente maschile, i settori maggiormente interessati sono l’edilizia e l’agricoltura.
Un ragionamento a parte va fatto per quanto riguarda i flussi migratori di richiedenti asilo e rifugiati: in larga parte si tratta di uomini giovani provenienti dall’Africa sub sahariana, soprattutto da nigeria, Gambia e Senegal. Pur avendo titolo a ricercare un’occupazione fin dal rilascio del permesso di soggiorno, difficilmente riescono a collocarsi, anche perché sono privi di qualunque esperienza.
Per ovviare ai problemi ingenerati dall’inattività e per favorirne l’integrazione, a questi ragazzi vengono proposti corsi di formazione la possibilità di impegnarsi in attività di volontariato a favore dei comuni ospitanti.
Foto: (archivio) TrniLife ©