Lunga nota del Comitato Civico pro Teatro Verdi di Terni per riaccendere i riflettori sul teatro. La pubblichiamo.
Il Comitato Civico pro Teatro Verdi prosegue nella sua azione volta a favorire la riapertura del principale Teatro cittadino, che appare legata a doppio filo allo scenario politico che si verrà a configurare dopo le elezioni amministrative del 10 giugno. Continua la raccolta delle firme di adesioni al manifesto del Comitato Civico arrivate, ad oggi, a oltre duemila e duecento.
Purtroppo si assiste ad un degrado sempre maggiore della struttura (recentemente utilizzata come dormitorio e bivacco) che sta scontando la debolezza politica della passata amministrazione ed il vuoto di potere attuale.
Non basta denunciare la responsabilità di coloro i quali si dovrebbero occupare di questo importante bene della nostra comunità, ma è necessario agire. E il Comitato Civico pro Teatro Verdi, che aveva aderito all’Appello per la Cultura lanciato da Marina Valensise sulle pagine del Messaggero, parteciperà il 22 aprile ad un incontro pubblico a Roma al Teatro Flaiano per chiedere alla politica di rimettere la Cultura al centro dell’azione di Governo a tutti i livelli. Cultura intesa come risorsa e volano di sviluppo della comunità, piuttosto che come zavorra improduttiva o addirittura come costo.
Per fare questo servono idee e rapporti che il Comitato Civico pro Teatro Verdi sta instaurando a vari livelli.
Nel frattempo il Comune di Terni ci fa sapere, rispondendo tramite il RUP dei lavori del teatro (Mauro Cinti) alla nostra richiesta di visionare il Documento Preliminare di Progettazione (DPP), che l’ex assessore Sandro Corradi aveva “scherzato”, smentendo quanto più volte dichiarato dallo stesso sia a mezzo stampa che nel corso delle sedute della Prima Commissione Lavori Pubblici. Ebbene il RUP scrive così: “ancorchè redatto in bozza (il DPP) non è stato oggetto di completamento ed approvazione da parte della Amministrazione Comunale e pertanto non riveste alcuna importanza documentale e quindi non ne è possibile l’ostensione”.
Praticamente l’ultimo Atto Pubblico è stata la delibera n. 214 del 10 agosto 2017 con la quale si è disposto l’avvio della procedura di revoca della gara e dell’appalto; da allora l’Amministrazione Comunale non ha assunto altri Atti in merito, nonostante quanto annunciato.
Dagli annunci roboanti alla impossibilità di ostensione, il Teatro Verdi sta imboccando la strada della venerazione. Forse quando sarà diventato oggetto di culto e verrà “miracolosamente” riaperto, si guadagnerà anche un processo di beatificazione e, perché no, di santificazione. In attesa di rivolgerci veramente in alto, confidiamo nella Amministrazione che verrà.
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