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“Terni ha perso anche questo treno”: parla la Uil sull’alta velocità

Un bel colpo – spiega in una nota Uil Terni – quello portato a casa dalla Regione dell’Umbria e dal Comune di Perugia con l’apertura della nuova tratta del Frecciarossa Perugia-Milano-Torino”.

Dall’8 febbraio è partito da Perugia il primo collegamento diretto per Milano e Torino che consente  ai perugini di arrivare a Milano alle 8.30 ed a Torino alle 9.55 per lavoro o affari o per raggiungere gli aeroporti internazionali e le principali capitali europee raggiungibili in treno.

I Frecciarossa da e per Milano si aggiungono all’offerta attuale costituita da quattro corse intermodali treno+bus Freccialink con cambio a Firenze, due corse dirette Intercity e numerose soluzioni di viaggio Regionali+Frecce con cambio a Firenze.

“E’ dunque condivisibile – spiega Uil – la soddisfazione della Regione per questo risultato, sebbene abbia un costo economico rilevante per le finanze regionali e quindi per tutti gli umbri. Non si capisce invece in base a quale logica dalla stessa Regione si affermi che questa nuova tratta faccia fare un passo in avanti non solo a Perugia ma anche a tutta l’Umbria.

La triste realtà è, al contrario, che la gran parte del territorio Umbro è tagliato fuori. Terni, in particolare, ne esce ancora una volta fortemente penalizzata. La parte dell’Umbria di maggiore industrializzazione rimane completamente tagliata fuori dall’alta velocità.

Se la Regione dell’Umbria contribuisce a finanziare in modo significativo con i soldi di tutti gli Umbri una parte del costo dell’arretramento del treno da Arezzo a Perugia, non si capisce allora perché non possa sostenere un costo ben minore per poter garantire anche a Terni l’utilizzazione dell’alta velocità con una fermata ad Orte.

Si sottolinea che ad un costo decisamente minore la Regione potrebbe assicurare pari opportunità e servizi anche a Terni per almeno una fermata ad Orte di treni Freccia Rossa. Basterebbe una sola tra le 42 corse Freccia Rossa  che ogni giorno collegano Roma a Milano dalle ore 6 e le 22.40. Visto che il costo sarebbe particolarmente contenuto per assicurare questa fermata ad Orte e la possibilità di ripartire inoltre lo stesso tra le tante amministrazioni coinvolte, non sembra possano essere avanzate scusanti di tipo economico per negare una risposta alla sacrosanta necessità del nostro territorio.

Si tratterrebbe di una operazione anche di sicuro successo commerciale in quanto servirebbe una vasta popolazione di circa 300.000 residenti provenienti non solo dalla città di San Valentino, ma anche da Spoleto, Narni, Amelia, Fabro, Orvieto, Todi, Viterbo, Orte, Rieti, Magliano Sabina e Poggio Mirteto Un bacino di utenza che coinvolge 4 province e 2 regioni che invece ora è costretto, volendo utilizzare l’alta velocità, a recarsi a Roma.

Giova ricordare che Orte oltre ad essere dotata di numerosi parcheggi è praticamente raggiungibile in treno da tutte le località suddette. Sarebbe anche ora si metterla di additare le “colpe” dei nostri insuccessi a Perugia ed invece assumerci le responsabilità come ternani che ci dimostriamo sempre più incapaci di “farci sentire” per meglio tutelare gli interessi di questo vasto territorio.

Si tratta in fondo semplicemente di creare le necessarie sinergie istituzionali e politiche tra le regioni e province coinvolte e tutte le città escluse in modo tale da sviluppare un’adeguata iniziativa politica per assicurare la fermata di una corsa in andata e una al ritorno di treni ad alta velocità ad Orte.

Il problema allora rimane sempre lo stesso: lo scarso peso politico, soprattutto della nostra Città.   Anche su questo versante sarebbe necessario il superamento della paralisi amministrativa che si registra da mesi attraverso una rappresentanza autorevole e forte in grado di intervenire tempestivamente per non far perdere al nostro territorio anche questo treno”.

Foto: TerniLife ©

 

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