Nel primo incontro che si è tenuto tra RSU e parte della dirigenza aziendale, sono emersi punti di discussione importanti sui quali si dovrà basare il lavoro della nuova RSU.
“L’azienda – scrive in una nota diffusa la RSU-AST USB – ha espresso la volontà di non sottoscrivere accordi su personale e professionalità.
Ha dichiarato di voler incrementare dell’1% il coefficiente di rimpiazzi, ha ribadito come centrale l’elemento della polivalenza e della polifunzionalità .
Si è detta soddisfatta per il bilancio appena concluso, anche se permangono gli elementi negativi segnati dai precedenti bilanci”.
“Per questo – continua la nota – rispetto alla partita dell’integrativo si è detta pronta a ragionare, ma su basi ben precise quali il conteggio dei premi su produttività, profittabilità e su base meritocratica, anticipando che non si potranno però mai raggiungere i livelli pre vertenza.
Tutto questo è derivato dal rispetto degli impegni contenuti nell’accordo sottoscritto al Mise nel dicembre del 2014 che abbiamo già avuto modo di criticare e mettere in discussione molte volte.
Le condizioni in cui versa lo stabilimento ternano, richiedono un grande sforzo in direzione della salvaguardia della sicurezza lavorativa, per l’assunzione di nuovo personale che vada a coprire tutte le mancanze di organico presenti nei reparti per contrarre il ricorso massiccio agli straordinari e porre un muro nei confronti della polivalenza e polifunzionalità, concetto questo che mette a rischio la sicurezza dei lavoratori sottoponendoli a stress.
Le assunzioni devono avvenire al di fuori della cornice del Jobs Act, che come USB rigettiamo e le stesse stabilizzazioni dei precari devono costituire un elemento caratterizzante dell’agire sindacale.
Rispetto all’integrativo crediamo sia giunto il momento di una vera redistribuzione degli utili verso i lavoratori, su base collettiva e non meritocratica”.
“Per tutti questi motivi – sottolinea Usb – giudichiamo in maniera negativa le risposte dell’azienda.
Un contesto che fa sì che l’azione della RSU debba essere forte, incisiva, partecipativa, conflittuale ed utile a gettare le basi per il ribaltamento dei rapporti di forza.
Un ruolo primario quello della neo insediata RSU alla quale i lavoratori hanno conferito un mandato pieno, derivante da un’elezione che ha visto la partecipazione quasi totalitaria delle maestranze dello stabilimento, che hanno quindi consegnato una rappresentanza forte, autorevole e soprattutto autonoma.
Per queste ragioni chiederemo assemblee per fare il punto della situazione con i lavoratori.
Rimane comunque importante il lavoro della RSU all’interno dei reparti per contrastare quotidianamente l’azienda nei suoi intenti ed interventi.
Fin dai prossimi incontri ufficiali la nuova RSU deve avere il coraggio di gettare il cuore oltre l’ostacolo e in questo troverà un’organizzazione come la nostra pronta a salvaguardare i diritti dei lavoratori e la strategicità della fabbrica.
In questa fase particolare, le critiche verso l’organismo di rappresentanza dei lavoratori cedono il fianco a chi prova interesse nel fiaccare e delegittimare la RSU; per noi devono invece prevalere proposte e stimoli che vadano nella direzione di un obiettivo minimo di fase comune, quello dell’autonomia e dell’autorevolezza di tale organismo”.
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