Il sindaco Di Girolamo nel dossier nel quale ha indicato le linee guide da perseguire fino a fine mandato, parla di una struttura tecnica amministrativa inefficiente.
L’intervento del primo cittadino non piace a Fp Cgil che interviene con una nota definendo “un atto di assoluta viltà politica” tentare di scaricare le responsabilità sulla struttura “tecnico amministrativa”
“Come si può solo immaginare, – continua la nota – in una città in cui è sotto gli occhi di tutti lo stato di degrado e abbandono di alcune strutture, del decoro urbano, della viabilità, del tessuto sociale ed economico, di addossare la responsabilità alla struttura tecnico amministrativa, che non è una entità astratta, ma è formata da dipendenti, uomini e donne che da tempo anche a causa di un prolungato blocco del turnover e di pensionamenti continua a ripartire i propri carichi di lavoro.
Come si può pensare che l’impossibilità di riparare uno scaldabagno in una scuola materna, o sostituire una semplice maniglia in una scuola dell’infanzia per mancanza di fondi possa essere responsabilità di chi gestisce una pratica.
Cosa dire invece di gare di appalto effettuate al massimo ribasso, che stanno determinando una situazione igienico sanitaria da terzo mondo in alcune strutture comunali ed un impoverimento del personale che opera nelle pulizie?
E cosa dire del taglio del verde pubblico, affidato in parte ad una Agenzia Regionale, perché da quando gli elicotteri hanno sorvolate Palazzo Spada non si riesce ad preparare un bando di gara per affidare i lavori a quel personale che per anni lo ha garantito e che è destinatario di tutele in quanto disagiato?
Vogliamo parlare anche dei vari cambiamenti organizzativi e delle macrostrutture modificate continuamente, al variare dell’assessore di riferimento, che non hanno mai funzionato?”
“Difficile – continua il sindacato – pensare che amministrazioni che hanno avuto una straordinaria continuità politica nel Governo della Città, non abbiano grandi responsabilità sulle condizioni economiche in cui versa l’Ente. Certo, i tagli ai trasferimenti ci sono stati. Certo, le nuove norme di contabilità pubblica hanno inciso. Ma quando le condizioni economiche lo consentivano, perché non si è pensato al futuro? Non ci voleva certo Nostradamus nel capire che le politiche dei Governi nazionali erano ormai da tempo volte a ridurre i servizi di welfare, invece di aggredire sprechi e privilegi!.
“E’ ormai abitudine di questa Amministrazione – conclude – scaricare le responsabilità su altri soggetti. La vicenda del ricorso al Tar, che la Cgil ha avanzato, è storia nota. In quel caso toccò a noi essere accusati di sabotaggio e disfattismo, solo perché abbiamo inteso difendere un servizio pubblico che attiene alla salute come le Farmacie Comunali, forse unico caso in Italia che invece di essere una risorsa, anche economica, creava debiti.
E poi si arriva al Piano di riequilibrio finanziario, al fondo di rotazione, etc.. Chissà se invece, visto la stato dell’arte e soprattutto la confusione politica in cui versa l’Amministrazione, non sia il caso di interrompere questo accanimento terapeutico?”.
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