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Palazzo Spada, sul salario accessorio è rottura: i sindacati passano alle vie legali

Salario accessorio, i sindacati salgono sulle barricate. Nell’ultimo incontro con l’amministrazione comunale di Terni sul salario accessorio, la Funzione pubblica di Cgil e Cisl hanno manifestato un certo malcontento sulla seconda proposta dell’ente, nata dopo la prima proposta dello scorso 6 ottobre.

“La nuova stesura – scrivono i sindacati – non recepisce affatto quanto avevamo suggerito e si limita alla sola compensazione dell’illegittimo debito di 257.000 euro, che comunque rimarrebbe a carico dei dipendenti, utilizzando fondi da prelevare dai resti delle facoltà assunzionali dell’Ente.

La riformulazione propostaci è stata perciò assolutamente irricevibile e parziale visto che non fa che riconfermare l’ingente danno economico al personale, sia a causa del mancato inserimento di una cospicua parte di somme arretrate non percepite, sia a causa del danno irrecuperabile dovuto alle limitazioni legislative al “tetto” del Fondo”.

A fronte di questa proposta i sindacati hanno “proceduto con l‘apertura di un contenzioso legale, volto ad una legittima ricostruzione dei fondi del salario accessorio pregressi, comprendente le risorse della RIA, avente prescrizione decennale di legge e comprensivo del risarcimento del danno per cifre non più inseribili e non più erogabili a causa dei sopracitati tetti del Fondo.

Tale situazione, già di per sé grave, si è resa drammatica dopo che ci è stato reso noto un quadro di possibili tagli al fondo del salario accessorio per un importo stimato di circa 400.000 euro che andrebbe ad inserirsi in un contesto nel quale invece il Fondo dei Dirigenti non solo non ha visto tagli, se non quelli di legge, ma dal 2003 presenta un sistematico ed illegittimo incremento annuo di 36.500 euro”.

“Sul piano prettamente politico – continuano i sindacati – riteniamo che il compito che le scriventi Organizzazioni Sindacali stanno svolgendo è proprio quello di vigilanza sull’operato delle Amministrazioni, affinché queste operino nel rispetto di norme e contratti nazionali, mantenendo un atteggiamento di assoluta indipendenza dalla politica o dalle maggioranze che di volta in volta sono chiamate dai cittadini a governare le comunità.

Come abbiamo già più volte sostenuto non auspicano di certo la bocciatura del piano di riequilibrio finanziario presentato dall’Amministrazione, ma non per questo sono disposte ad adottare atteggiamenti che limiterebbero le prerogative proprie del sindacato, volte alla tutela dei lavoratori, al rispetto delle norme, al mantenimento dei servizi pubblici essenziali, siano essi i servizi educativi, farmacie comunali, trasporti scolastici o altro”.

“Riguardo invece ad eventuali danni economici al personale, che deriverebbero dalla bocciatura del piano di riequilibrio, – sottolineano le sigle – va precisato che i paventati tagli si andrebbero ad aggiungere a quelli già effettuati a vario titolo dall’attuale Amministrazione, e comporterebbero una drastica riduzione economica nell’ambito di un aumento dei carichi di lavoro causato dal forzato blocco del turn-over.

Cgil e Cisl non parteciperanno ad iniziative che sul piano giuridico risulterebbero assolutamente irrilevanti rispetto alle decisioni degli organi di controllo e che sul piano politico sono derubricabili a semplice sostegno ad una precisa parte politica.

La politica ha legittimamente ritenuto di procedere autonomamente, dando precisi indirizzi, mentre la Dirigenza ha operato secondo proprie prerogative attuando norme non sempre nel modo corretto (come testimonia il mancato inserimento della R.I.A. nei fondi). Ci pare oggi perciò opportuno e corretto che ognuno si assuma le proprie responsabilità sia di fronte ai cittadini che ai lavoratori del Comune di Terni”.

Foto: (archivio) TerniLife ©

 

 

 

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