La Prima Commissione dell’Assemblea legislativa, presieduta da Andrea Smacchi, ha ascoltato in audizione i prefetti di Perugia, Raffaele Cannizzaro, e Terni, Paolo De Biagi, per approfondire la tematica dei flussi migratori in Umbria.
Dalla riunione è emerso che in Umbria, a fine ottobre 2017, sono presenti 3143 profughi di cui 2272 nella provincia di Perugia e 871 in quella di Terni; i comuni coinvolti nell’accoglienza sono 32 nella provincia Perugia e 17 in quella di Terni; si continua a lavorare con il modello dell’ospitalità diffusa, escludendo i comuni sotto i mille abitanti e quelli colpiti dal terremoto dello scorso anno; da luglio c’è stata una profonda inversione di tendenza negli sbarchi, tanto che da agosto in Umbria sono arrivati solamente 50 migranti; la spesa per l’accoglienza prevista per il 2017 è di quasi 27 milioni di euro; vengono accolte il 40-45 per cento delle richieste di asilo.
Il presidente Smacchi, introducendo i lavori, ha ricordato come “questo sia il terzo anno che la Commissione incontra i responsabili delle Prefetture umbre per fare il punto sulla situazione dei flussi migratori, consuetudine che speriamo possa proseguire anche in futuro. Constatiamo che il modello dell’accoglienza diffusa usato nella nostra regione continua ad essere vincente, e che i comuni disponibili all’ospitalità sono in ulteriore crescita”.
Il Prefetto di Perugia, Raffaele Canizzaro, ha spiegato che “i dati sui flussi migratori in Umbria aggiornati a fine ottobre parlano di 3143 presenze totali in Umbria, di cui 2272 a Perugia e 871 a Terni, continuando a seguire il criterio di ripartizione tra le due province rispettivamente del 75 e 25 percento. 2699 migranti provengono dagli sbarchi, di cui 2032 accolti a Perugia e 667 a Terni, e 444 sono quelli presenti in progetti Sprar, di cui 240 a Perugia e 204 a Terni.
Per quanto riguarda la ripartizione in ambito comunale, ricordo che gli 11 comuni colpiti dal sisma 2016 sono rimasti esclusi dall’accoglienza dei migranti, ad eccezione di Spoleto che già ne aveva precedentemente e a cui non è stato chiesto alcun ulteriore impegno.
Sono rimasti estranei all’assegnazione di richiedenti asilo, come in passato, i comuni con una popolazione inferiore ai mille abitanti. Oltre a quelli colpiti dal terremoto, sono 16 i comuni della provincia di Perugia che non hanno migranti. Quindi sono 32 i comuni impegnati nell’accoglienza sui 59 della provincia di Perugia, qualcuno in più rispetto allo scorso anno.
Le strutture coinvolte nell’accoglienza sono 210. Il 2017 è stato un anno a due facce per l’arrivo dei migranti: a fine luglio c’è stata una mutata politica nella gestione dei flussi e degli arrivi che ha portato ad una netta inversione di tendenza negli arrivi dei migranti.
Nei primi sette mesi dell’anno c’è stato un aumento tendenziale spaventoso, che ci aveva indotto a prevedere un aumento di presenze di oltre mille profughi, e ci aveva portato a bandire una gara per oltre 2700 ospiti, che poteva arrivare ad un sistema di accoglienza superiore alle 3500 unità. Cosa che poi fortunatamente non si è avverata e quindi non è stato necessario chiedere disponibilità ad ulteriori comuni da luglio.
Da agosto in poi, con il sostanziale fermo negli arrivi, all’Umbria sono stati assegnati solamente 50 migranti, di cui 38 a Perugia e 12 a Terni. In questo periodo abbiamo cercato di bilanciare meglio gli arrivi, per cui la città di Perugia, dove tradizionalmente vi è il carico maggiore, viene progressivamente alleggerita: in qualche periodo il comune di Perugia ha avuto anche 1400 persone, ora ne ha circa mille. Comunque nel tentativo di aggiungere ulteriori comuni, alcune amministrazioni hanno avuto una dichiarata disponibilità di maniera che poi si trasformata in un atteggiamento di chiusura totale.
Da tre anni è stato utilizzato l’ostello di Ponte Felcino come una sorta di hub per gestire gli arrivi più consistenti, che poi venivano distribuiti nel territorio con il metodo dell’ospitalità diffusa.
Ma con gli arrivi massicci questo sistema ha creato qualche problema a Ponte Felcino. Per questo abbiamo provveduto a duplicare il sistema di accoglienza immediato con una struttura a Foligno e una altra, occasionale, a Perugia.
Mediamente in ambito provinciale la presenza dei migranti non supera lo 0,35 per cento della popolazione. Come forma di ristoro nel 2016 sono stati erogati ai comuni 500 euro a migrante; analogo provvedimento è in corso di definizione anche quest’anno, probabilmente con qualche incremento. I profughi ospitati provengono principalmente dalla Nigeria, seguita da Gambia, Senegal, Mali, Guinea, Costa d’Avorio. L’inversione di tendenza da agosto ha portato ad una diminuzione del numero complessivo di presenze nella provincia: ed esempio dal 14 settembre al 30 ottobre siamo passati da 2187 a 2032 migranti, con 155 presenze in meno. E questo è un dato tendenziale, ogni mese abbiamo un centinaio di persone che escono dal sistema di accoglienza, e il fatto che diventino irrintracciabili ed irregolari non può considerarsi senza conseguenze, soprattutto in prospettiva.
Per quanto riguarda il numero di richiedenti asilo, da quando ha iniziato a funzionare la sezione della Commissione per la valutazione delle richieste di asilo, quindi da inizio 2015, le procedure in carico sono 5165 e sono state trattate 3573, di cui 2540 rigettate. Quindi la percentuale di accoglimento è del 20-25 per cento, che sale al 40-45 a seguito dei ricorsi. La spesa per l’accoglienza nella provincia di Perugia nel 2014 è stata di 2,8 milioni di euro, nel 2015 di 5,2 milioni, nel 2016 di 16,5 milioni, per il 2017 ad oggi è di 15,3 milioni di euro che arriveranno intorno ai 18 milioni a fine anno”.
Il prefetto di Terni, Paolo De Biagi ha sottolineato come “attualmente a Terni sono presenti 871 migranti provenienti dagli sbarchi, di cui 204 sono inseriti nel sistema Sprar e 667 ospitati nelle strutture di prima accoglienza che sono spalmate su 17 comuni. I 204 del sistema Spar sono ospitati in 9 comuni, 2 dei quali senza prima accoglienza.
Quindi nella provincia di Terni, complessivamente, abbiamo 19 comuni su 33 coinvolti, il 57 per cento, un indice di accoglienza superiore alla media nazionale che è del 40 per cento. Inoltre i comuni di Calvi dell’Umbria, Otricoli e Montegabbione hanno progetti Sprar in via di decollo. Quindi arriveremmo a 22 comuni, pari al 66 per cento.
Un risultato ragguardevole consentito dal modello scelto dell’accoglienza diffusa sul territorio e in strutture abbastanza piccole. I 667 stranieri ospitati nel sistema di prima accoglienza, di cui solo 53 donne, sono collocati in 101 strutture, quindi la media è 6 unità ogni struttura. La maggior parte è ospitata in appartamenti, garantendo un minore impatto sul territorio che permette di superare quel minimo di diffidenza che c’è nella popolazione.
Un modello vincente e da portare avanti. 871 migranti richiedenti asilo segnano una presenza dello 0,38 per cento rispetto alla popolazione residente nella provincia di Terni. Considerando poi che ci sono 23mila residenti stranieri, di cui 13mila extracomunitari, la percentuale dei migranti è rispettivamente del 3,7 e del 6,7. Quindi c’è un’incidenza minimale dei migranti provenienti dagli sbarchi. L’ultimo bando per l’accoglienza della scorsa estate per 900 posti, ha visto dieci soggetti partecipanti, e i primi sette hanno esaurito i posti messi a bando. Nel 2014 la spesa per l’accoglienza è stata di 1,7 milioni di euro, nel 2015 di 3 milioni, nel 2016 di 5,8 milioni, la previsione per il 2017 è di circa 8,8 milioni di euro”.
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