Velocizzare i tempi per velocizzare la ripresa delle attività economiche umbre duramente colpite dal sisma dello scorso anno. Questo quanto emerso durante l’incontro sulla ricostruzione che ieri ha visto il nuovo centro polivalente realizzato da Boeri a Norcia gremito di oltre 150 tra artigiani e imprenditori.
Ad organizzare l’incontro la Cna dell’Umbria, che ha riunito attorno al tavolo tutti gli attori coinvolti, dalla Regione al Comune di Norcia, dai tecnici al mondo bancario, per fare il punto sulla ricostruzione, ma anche sulla delocalizzazione delle attività produttive.
E quello dei tempi è emerso come l’aspetto più critico. Infatti, a quasi di un anno dalle scosse più violente che hanno interessato l’Umbria, le pratiche di ricostruzione presentate all’ufficio speciale per la ricostruzione (Usr) sono appena 160, mentre quelle approvate sono intorno alla ventina.
“Di fronte a questi numeri è ovvio che va trovata rapidamente una soluzione – ha affermato nel suo intervento Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria -. Il disagio è reale. Le scosse hanno stravolto la vita e il tessuto produttivo di un intero territorio. È vero che il fenomeno sismico è stato sicuramente il più grave da molti anni a questa parte, sia per intensità che per estensione e durata nel tempo dello sciame, ma se c’è un sistema per accelerare va individuato e messo in atto. Sicuramente occorre fare squadra e una maggiore sinergia tra l’ufficio preposto a ricevere le pratiche e i professionisti abilitati a presentarle”.
Molto sentito il problema della delocalizzazione, che molte imprese hanno realizzato a proprie spese, mentre altre sono ancora in attesa che venga approntata l’area preposta, in assenza della quale la produzione non può ancora ripartire.
Nel corso dell’incontro molta attenzione è stata dedicata agli incentivi e agli strumenti economici adottati per sostenere il sistema produttivo, caratterizzato dalla presenza diffusa di molte imprese di piccole dimensioni operanti nelle costruzioni, nei servizi e nel manifatturiero, in particolare nell’agroalimentare.
“Crediamo – ha proseguito Giannangeli – che vada anche ripensata la cosiddetta zona franca urbana, andando alla revisione dei criteri di ammissibilità, che attualmente lasciano fuori molte imprese che pure hanno subito danni consistenti. Insomma – ha concluso il direttore di Cna – dobbiamo fare tutti un grosso sforzo per far sì che l’ingranaggio della ricostruzione in tutti i suoi aspetti, scorra senza intoppi”.
Foto: Cna Umbria ©