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Museo delle armi, Melasecche: “Dietro front del Comune: a rischio il patrimonio storico della città”

“Terni rischia seriamente di perdere un appuntamento con la storia – spiega in una nota  – distruggendo quanto fin qui fatto per conseguire quell’obiettivo. Anche il cannone di Saddam Hussein è stato già fuso” queste le parole di Enrico Melasecche, Lista civica “I love Terni”, che in una nota interviene sul discorso ‘Museo delle armi’.

“L’atto di indirizzo proposto – scrive Melasecche – dal sottoscritto vari mesi or sono, per risvegliare questa giunta dormiente sul progetto di “Museo delle armi”, ha prodotto per ora un barlume di chiarezza. Dopo venti anni dall’acquisto dall’Esercito che il Comune di Terni, giunta Ciaurro, fece della struttura terminale della Fabbrica d’Armi anticamente adibita a magazzini, poi dismessa, questa giunta sta distruggendo anche questa possibilità importantissima di attrazione e sviluppo turistico.

Un appalto gestito dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici dell’Umbria ha consolidato quella bellissima struttura, esempio interessante di archeologia industriale. Occorre completare i lavori e trasferire la raccolta delle armi, oggi costipate in due locali che nulla hanno a che fare con un museo moderno, nel Museo delle armi di proprietà del Comune perchè oggi quella raccolta tecnica rappresenta per l’Esercito soltanto un onere da gestire non in linea con gli obiettivi di snellimento e di abbandono di compiti marginali rispetto a quelli centrali d’istituto.

Ma l’ignavia produce danni incalcolabili. Questa amministrazione ha di fatto rinunciato al progetto e non risponde più neanche alle lettere del Ministero. Sono in corso tentativi per tornare indietro e restituire al Ministero della Difesa quella che è oggi la proprietà comunale, facendo così svanire un progetto importante sul quale da assessore al bilancio nel 1997 feci accendere il mutuo per l’acquisto, con un contratto sottoscritto dalle parti che oggi si sta rimettendo in discussione.

Il rischio è che quella “raccolta tecnica” entro breve venga dispersa, in parte distrutta, comunque, nella migliore delle ipotesi, rimanga interna alla Fabbrica d’Armi. Lo stesso reperto storico costituito da pezzi di una enorme cannone che doveva giungere all’esercito di Saddam Hussein è stata già fusa. Un museo moderno ed attrattivo per generare flussi turistici ha bisogno di spazi ampi, di effetti virtuali, di soluzioni di accoglienza che mai e poi mai potranno realizzarsi all’interno di una struttura militare gestita comprensibilmente con regole molto rigide.

Dopo il fallimento del Centro Multimediale e del Centro cinematografico di Papigno adesso anche quest’altra eredità di quella amministrazione di fine secolo sta per essere distrutta. La visita della I Commissione ha consentito di toccare con mano quello che sta avvenendo all’insaputa della intera città. È quanto mai opportuno ricreare un movimento rinnovato di opinione che, superando venti anni di totale inconcludenza, obblighi questa giunta a muoversi, evitando che si concretizzi un danno erariale al Comune ma soprattutto un nocumento pesante al futuro della città”.

 

Foto: Melasecche ©

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