Approvate dal consiglio comunale, con 17 voti a favore e 9 contrari, le modifiche allo statuto dell’Asm Spa che avrà nel suo cda massimo 3 membri.
Il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha illustrato al consiglio comunale la delibera per le modifiche allo statuto dell’Asm.
“In primo luogo – spiega il sindaco – le modifiche riguardano l’adeguamento alla legge Madia che rivede anche la composizione delle società a controllo pubblico e i loro organi amministrativi con la possibilità di avere un consiglio d’amministrazione fino a 3 o 5 membri”.
“La seconda questione – continua Di Girolamo – è la coerenza con le delibere delle autorità per l’energia e la necessità di tener conto della separazione funzionale nella gestione e della polisettorialità dell’azienda. Si tratta dunque di variazioni statutarie che rispondono a normative italiane e europee. La nostra amministrazione per le azioni messe in campo è l’ultima a poter essere accusata di essere un poltronificio, considerata la riduzione dei posti nei cda delle aziende partecipate e la riduzione del numero delle aziende stesse”.
Andrea Cavicchioli (Pd) ha presentato un emendamento con l’indicazione per un cda al massimo di tre membri, sul quale anche il sindaco si è dichiarato d’accordo. “Per le nomine – dichiara Cavicchioli – auspico una scelta manageriale vera, considerate le difficoltà della situazione attuale. Questa è una società che deve stare da sola sul mercato, senza salvagenti, ma all’orizzonte non c’è alcuna ipotesi di cessione di quote o di privatizzazione dell’Asm. E’ invece essenziale che questa società possa beneficiare di capitale fresco perché altrimenti non ha la possibilità di stare sul mercato. E siccome esistono asset non strategici che possono garantire risorse idonee per fare un salto di qualità, questi asset possono essere capitalizzati, ma non certo verso la privatizzazione, quanto invece per il rilancio di Asm”.
Thomas De Luca (M5S) ha presentato due emendamenti (entrambi respinti dal consiglio comunale): con il primo si chiedeva l’inserimento dell’obbligo della nomina di un amministratore unico. Con il secondo si chiedeva d’inserire la regola secondo la quale gli amministratori decadono successivamente all’insediamento di un nuovo consiglio comunale. De Luca ha anche aggiunto che la modifica proposta “non corrisponde alla necessità dell’ente, ma a quella di dare risposte agli equilibri interni alla maggioranza”.
Per Fabio Narciso (Pd) “la modifica statutaria ha due meriti: il primo è di adeguare lo statuto alle normative nazionali salvaguardando l’azienda, il secondo è di adeguarla alla particolare stagione commerciale e di concorrenza che stanno vivendo questo tipo di società. L’emendamento proposto da Cavicchioli è il giusto punto d’equilibrio sul numero dei componenti del cda. Mi aspetto invece un potenziamento degli investimenti e delle risorse umane dell’azienda, ora che si è passati alla raccolta differenziata spinta. La strada è anche quella di intercettare le risorse dell’Ue, così come si sta già facendo”.
Per Marco Cecconi (FdI) “il Comune deve innanzitutto essere leale nei confronti della sua partecipata sia nei pagamenti che nelle gare”.
Faliero Chiappini (Ca) ha detto che l’Asm “dovrebbe avere una funzione sociale, ma con una gestione manageriale. In questo senso – ha aggiunto – serve un quadro di riferimento dinamico e manageriale e c’è bisogno di risorse”.
“L’Asm – ha dichiarato Enrico Melasecche (IlT) – non può essere usata come bancomat del Comune per cercare di salvarne il bilancio. Questo – ha aghgiunto – accade solo a causa delle nomine politiche, mentre l’Asm dovrebbe essere gestita da un manager, con una logica mirata alla capacità, al confronto con altre imprese sul mercato, perché Asm è un pezzo importante dell’economia e dello sviluppo di questa città”.
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