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Veglia pasquale in cattedrale, Piemontese: “Il Signore ha posto nel nostro cuore il seme della risurrezione”

Celebrata la veglia pasquale nella Cattedrale di Terni con la suggestiva liturgia, presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese, iniziata sul sagrato della chiesa con la benedizione del fuoco e con l’accensione del cero pasquale, decorato dalle monache clarisse, portato in processione lungo la navata centrale della cattedrale. A seguire la liturgia della parola con le letture dell’Antico Testamento e del Vangelo e quindi la liturgia battesimale con la benedizione dell’acqua del fonte battesimale, il rinnovo delle promesse battesimali e l’aspersione dell’assemblea.

Alla veglia hanno partecipato 46 neocatecumeni, con la caratteristica veste bianca del battesimo, appartenenti alla seconda comunità di santa Maria della Misericordia che hanno completato il cammino di formazione e che con il battesimo entrano a far parte della comunità.

«E’ un momento carico di emozione quello che viviamo, il punto più alto della nostra vita cristiana e ecclesiale in comunione con tutta la chiesa – ha detto il vescovo nell’omelia – Radunati nel cuore della notte per rivivere e incontrare il Signore risorto. Il tema della risurrezione del Signore è il tema centrale della vita cristiana, senza la risurrezione del Signore non c’è vita cristiana, non ci sono le ragioni della vita. Nel cuore della notte, abbiamo fatto memoria di quelle altre notti fondamentali nella storia del genere umano e nella storia della salvezza: la notte della creazione, dell’esodo e la notte di Pasqua nella quale il Signore ha vinto la morte, è risorto, è apparso agli apostoli e alle donne e anche a noi. Abbiamo concluso il cammino quaresimale, ci siamo immersi nella passione morte del Signore, e ora vogliamo aprire gli occhi e sentire e sperimentare la presenza del risorto in mezzo a noi, che è stata evocata nella parola di Dio, nella luce del cero pasquale vero simbolo del Signore risorto e nel canto dell’alleluia.

La parola di Dio che abbiamo ascoltato in abbondanza è una carezza del Signore per immergerci sempre di più nel mistero di amore e di grazia che il Signore ha avuto verso l’umanità e nella celebrazione di questa notte verso la nostra comunità ecclesiale.

Il nostro incontro con il Signore risorto ci viene proposto nella testimonianza del vangelo di Matteo che ha per protagoniste due donne. Ebbene, queste donne sono le prime persone che hanno fatto l’esperienza del Signore risorto. Affrante dalla passione e dalla morte, cercavano un cadavere e non pensavano al Signore come  risorto. In loro e negli altri discepoli è lontano il pensiero che Gesù possa risorgere, piuttosto il pensiero è che tutto sia finito e resta solo il ricordo da conservare nel cuore.  Vanno al sepolcro all’albeggiare: il riferimento è al primo giorno della creazione, al buio da cui è emersa la luce donata a questo mondo e l’uomo. Il buio è il riferimento al buio della morte che ogni uomo vorrebbe trasformare e spiegare. Siamo qui nel cuore di queste donne nel buio della notte e si proietta davanti a loro una luce di speranza come un invito a pensare a riflettere e leggere e guardare la situazione nuova della risurrezione del Signore. Il loro diventa uno sguardo di fede e comprendono quello che  è accaduto: la vittoria definitiva sulla morte che non ha più potere sull’uomo. E’ Gesù stesso che si manifesta alle donne alle quali chiede di riferire ai discepoli quello che hanno visto. Diventano così annunciatori del Vangelo in Galilea che non è un luogo geografico,  ma il luogo della nostra vita, le realtà delle persone che incontriamo e che ancora non conoscono la verità e la bellezza della risurrezione. Sorge una vita nuova per noi dalla morte e resurrezione del Signore e diventiamo a nostra volta come le donne e gli apostoli annunciatori della risurrezione del Signore, non abbiamo paura delle difficoltà, delle situazioni difficili in cui veniamo a trovarci perché il Signore è accanto a noi ed ha posto anche nel nostro cuore il seme della risurrezione e della vita. Questa è la gioia grande che dobbiamo coltivare e donare ai nostro fratelli.

Questa notte riviviamo quell’evento alla luce della parola di Dio, sentiamo il grande annuncio della resurrezione del Signore che dà senso alla nostra esistenza e provoca un cambiamento. Viviamo da risorti cercando e seminando i semi non della morte ma della vita». Foto: Diocesi Terni ©

 

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