Continua l’attività interforze dei servizi straordinari integrati di controllo del territorio, diretti dal Vice Questore Aggiunto Enrico Aragona, finalizzati al contrasto all’immigrazione clandestina e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Le Forze di Polizia impegnate: Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale, hanno controllato in totale 128 persone, di cui 26 con precedenti di polizia e 42 veicoli; inoltre, nel parcheggio nel Piazzale della Rivoluzione Francese, accanto alla stazione ferroviaria, grazie al sistema della Polizia di Stato, denominato “Mercurio”, sono state controllate 270 autovetture.
Complessivamente, sono stati adottati i seguenti provvedimenti: denuncia di un cittadino rumeno perché inottemperante ad un divieto di ritorno nel Comune di Terni, emesso dal Questore il 26 febbraio 2015; espulsione di una cittadina nigeriana priva di documenti con conseguente accompagnamento al CIE di Roma, come per una cittadina filippina con permesso di soggiorno scaduto nel 2015; espulsione di un cittadino turco irregolare in Italia; processo verbale redatto dalla Guardia di Finanza nei confronti del titolare di un negozio di orto-frutta nel centro di Terni, cittadino del Bangladesh, per aver impiegato un suo connazionale “a nero”.
In serata, quasi al termine dei servizi di controllo, in una via del centro una pattuglia della Volante ha intercettato un cittadino egiziano, noto per i suoi precedenti penali legati a reati di droga, sia come assuntore che come spacciatore, e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Al momento del controllo, l’uomo ha dato in escandescenze, fornendo false generalità, ma dal riscontro in banca dati è emerso che era la stessa persona per la quale il 2 marzo il coordinamento dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico aveva richiesto al giudice l’aggravamento delle misure cautelari che gli erano state applicate, proprio perché inottemperante.
Trentenne, irregolare in Italia, l’egiziano non aveva ottemperato prima alla misura dell’obbligo della firma e in seguito a quella del divieto di dimora, per questo il Giudice Massimo Zanetti aveva tempestivamente accolto la richiesta della Polizia di Stato riconoscendo la pericolosità del soggetto e motivandola come di seguito: “… la necessità di applicare la misura della custodia cautelare in carcere, che appare in concreto l’unica in grado di spezzare i legami del predetto con gli ignoti fornitori della sostanza stupefacente poi venduta dal predetto”. Foto: (archivio) Terni Life ©