Operazioni estremamente delicate e complesse che richiedono tempo e massima attenzione anche per i gli operatori che stanno intervenendo sullo scenario dell’evento. Il lavoro è coordinato con una parte dei vigili del fuoco e del soccorso alpino che continuano a scavare per entrare nella struttura, seguendo la traiettoria dei giorni scorsi, e una parte che verifica l’area circostante per trovare nuovi varchi.
Parallelamente gli esperti studiano le condizioni migliori per dare indicazioni dettagliate gli operatori sul come e dove muoversi a garanzia di una maggiore sicurezza sebbene in una zona e in un momento di massima allerta.
“Il team – spiega la Protezione civile – è costituito da personale di Meteomont, il servizio nazionale di previsione neve e valanghe, di cui fanno parte Corpo Forestale dello Stato/Carabinieri, Comando Truppe Alpine e Servizio meteorologico Aereonautica e di Aineva, l’associazione delle Regioni e Province Autonome dell’arco alpino italiano. Partecipa alle attività il Centro di competenza del Dipartimento, l’Università degli studi di Firenze con il Dipartimento di Scienze della Terra che ha provveduto a installare a Rigopiano strumenti che aiutano a monitorare l’attivazione di nuove valanghe sul versante sovrastante l’hotel”.
Il bilancio è di undici sopravvissuti, dei quali nove sono stati estratti dalle macerie, di sei vittime (ritrovato il corpo di un uomo che, al momento, non è stato identificato) e 23 dispersi. Il numero dei dispersi è salito: la Procura di Pescara ha comunicato il nome di un ragazzo senegalese che lavorava nella struttura ricettiva.
Sale l’angoscia delle famiglie degli scomparsi e tra loro anche la famiglia Riccetti che prega e aspetta Alessandro (LEGGI ARTICOLO) così come la sua città, Terni (LEGGI).
Foto: Terni Life ©