Subito dopo l’illustrazione del piano di riequilibrio finanziario da parte dell’assessore Piacenti e la relazione del presidente della terza commissione Piermatti, il consiglio comunale ha iniziato a discutere l’atto.
Tra gli interventi dell’opposizione, Franco Todini (IC), ha fatto notare come l’amministrazione abbia “già scaricato trent’anni di debiti sui cittadini e non può ora vantarsi di non aumentare i tributi: cos’altro volete addossargli ai cittadini?”. “Non stiamo parlando di un piano di riequilibrio – ha aggiunto Todini – perché gran parte di esso riguarda i debiti fuori bilancio che però mancano di alcune caratteristiche essenziali: non si tratta di spese fatte per emergenze, ma di una pratica politica amministrativa di alterazione permanente di tutti i bilanci”. “Siamo dunque in presenza dell’ennesimo rivolgimento rispetto a responsabilità gravi, permanenti ricorrenti”.
Per Enrico Melasecche (IlT) l’assessore al bilancio “continua ad utilizzare valutazioni che offendono l’intelligenza di tutti i ternani”. “Ci vorrebbe prudenza – ha aggiunto – soprattutto in una situazione delicata come l’attuale nella quale sono anche in corso delle indagini sull’esecutivo. Tutti avevano sollecitato l’assessore con atti d’indirizzo, non solo l’opposizione, ma perfino i gruppi di maggioranza. La verità è evidente, basta leggere quel che dicevano i revisori dei conti”.
“C’è stato un malgoverno generalizzato a cominciare dalla gestione della macchina amministrativa, con assessori che trattano con i fornitori di servizi al posto dei dirigenti”. “I comuni che hanno chiesto il predissesto – ha detto ancora Melasecche – sono 84 su 8000 e non si può certo parlare di una procedura generalizzata: la crisi di Terni deriva dunque tutta dalle scelte di questa amministrazione e delle precedenti di centro-sinistra, a partire dall’incapacità di riscuotere i crediti come quelli derivanti dalle contravvenzioni”.
Valentina Pococacio (M5S) ha iniziato il suo intervento facendo riferimento a una mail trasmessa da parte dell’assessore Piacenti sulla questione della cessione quote di Farmacia Terni, chiedendo alla Giunta “a che titolo un professionista esterno prepari gli atti di gara e le perizie senza una determina d’incarico e si rivolga direttamente all’assessore stesso”. “Il piano di riequilibrio – ha aggiunto – anche se ci viene venduto come un atto di responsabilità, mette nero su bianco l’incapacità dell’amministrazione”. “Come avete fatto a indebitarvi fino a tal punto e contemporaneamente a fallire dal punto di vista politico?
Vi siete resi conto di quello che sta succedendo in città, sulle manutenzioni, sul decoro, sulla pulizia, sui servizi?”. “Avete prodotto solo opere incomplete con grande spreco di denaro pubblico, con l’università, con il Cmm, con la casa delle musiche, con la piattaforma logistica e ora non avete più soldi per il welfare. La gente sta male e gli rispondete con gli slogan. Fate un favore a questa città e andatevene”.
Anche Angelica Trenta e Federico Pasculli (M5S) nei loro interventi hanno criticato l’amministrazione, sottolineando, la prima le presunte incongruenze sull’eccessivo ricorso alle proroghe nei servizi affidati dall’ente, senza ricorso – in alcuni casi – alle gare e il secondo, Pasculli, come “il raffronto tra il programma di governo con il quale la coalizione di centrosinistra si era presentata agli elettori e la situazione attuale basti da solo a far capire il fallimento totale dell’amministrazione”.
Paolo Crescimbeni (Gm) ha parlato di “una discussione dai toni surreali: un’amministrazione che si vanta dell’operazione predissesto come se fosse un obiettivo raggiunto e dall’altra di una città che pone delle domande sui debiti, sugli sprechi che non trovano risposte”. “Questo piano di rientro tapperà forse i buchi ma non le buche in città; non c’è la benché minima traccia di politiche di rilancio. Occorrerebbe chiedere scusa alla città, che si trova sull’orlo di un abisso per colpa di scelte scellerate”. “Fino a quando – ha detto Crescimbeni citando Cicerone – quest’amministrazione intenderà abusare della pazienza dei ternani”.
Prima della pausa Enrico Melasecche ha presentato e illustrato un atto d’indirizzo “sul negazionismo economico e finanziario che ha portato il Comune alla situazione attuale, anche sulla base delle valutazioni dei revisori dei conti anche negli anni scorsi”. Il Movimento Cinque Stelle, tramite i consiglieri Pococacio, Trenta e Braghiroli ha inoltre presentato i primi quattro emendamenti al piano.
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