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GRUPPO NOVELLI, LA FAMIGLIA NON VUOLE PIU’ VENDERE. SINDACATI: “COMPORTAMENTO INACCETTABILE”

Un problema dietro a un altro. Per i dipendenti della Novelli ancora non si vedono luci in fondo al tunnel. Nonostante gli appelli e le sollecitazioni dei sindacati Uil, Cgil, Cisl la famiglia Novelli non vuole vendere. Eppure chi è disposto a comprare l’azienda e a dare qualche speranza ai lavoratori c’è. Si tratta di una società calabrese disposta ad accollarsi anche i debiti attuali aziendali ma secondo Mise, Regione Lazio e Regione Umbria che hanno seguito la trattativa, oggi i rappresentanti del gruppo Novelli non si sarebbero presentati davanti al notaio per cedere le proprie quote.

Questo, secondo i dipendenti, porterebbe loro nuovamente a vivere una situazione di stallo e una crisi prolungata. In un comunicato i sindacati fanno sapere che: “Questa offerta potrebbe ridare prospettiva e futuro ad un’azienda che nella passata gestione (famiglia Novelli) aveva accumulato circa 120 milioni di debiti ed nel 2012 era prossima al fallimento. L’offerta è stata definita dai funzionari ministeriali, dopo appurate verifiche, solida sia dal punto di vista industriale che finanziario, pertanto dopo anni di sacrifici sembrava intravedersi uno spiraglio per la risoluzione della vertenza. Sembrava mancasse solo la definizione di qualche dettaglio procedurale per apporre le firme per la cessione delle quote in sede notarile e ripartire con un nuovo progetto industriale volto allo sviluppo produttivo e all’occupazione.

Nonostante ciò in queste ore siamo stati informati dai funzionari del Mise che alcuni soci della famiglia Novelli hanno ritrattato la disponibilità a cedere le proprie quote ed altri, sono indisponibili a cedere una quota di minoranza (circa 1,5%) senza però esercitare il diritto di prelazione previsto dalle norme. Insomma l’appuntamento fissato per oggi in sede notarile non ha ancora esito certo. Ci chiediamo a questo punto: esiste in questo paese un barlume di senso di responsabilità sociale? Possibile che gli stessi che hanno prodotto milioni e milioni di debiti oggi tengano ancora in ostaggio il destino di centinaia di lavoratori e lavoratrici? Avanzando perfino pretese per dare luogo alla cessione dell’azienda che loro stessi hanno portato nel baratro costituito da 120 milioni di debiti? Tutto ciò è semplicemente inaccettabile”.

Intervengono anche dal Mise: “Il Ministero dello Sviluppo Economico e le Regioni Umbria e Lazio esprimono grande preoccupazione per il futuro del Gruppo Novelli, importante realtà imprenditoriale dell’agroalimentare italiano proprietaria dei marchi Ovito (uova), Interpan, Pan Famiglia (pane) e Cantina Novelli (vino), presente in Umbria, Lazio e Lombardia con 500 addetti. La famiglia Novelli, proprietaria del capitale azionario, non presentandosi oggi all’appuntamento con il notaio per la cessione delle quote, sta mettendo a rischio in queste ore una importante operazione di cessione che garantirebbe il rilancio di tutte le linee di attività aziendale mettendo in sicurezza la salvaguardia dei posti di lavoro. Le istituzioni richiamano i soci Novelli alle loro responsabilità affinché non ostacolino la conclusione delle operazioni di cessione nel più breve tempo possibile”.

Foto: (archivio) TerniLife ©

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