C’è grande confusione sulla tassa aggiuntiva per l’ottenimento e il rinnovo del permesso di soggiorno per cittadini stranieri, dopo la sospensione cautelativa da parte del Consiglio di Stato della sentenza del Tar del Lazio. Sentenza che, recependo quanto già affermato dalla Corte di Giustizia Europea, aveva cancellato l’ulteriore contributo, considerandolo “sproporzionato e di ostacolo rispetto alla finalità perseguita dalla direttiva europea sulla libera circolazione dei cittadini”.
“Sappiamo che la questura di Terni in occasione del ritiro del permesso o della raccolta delle impronte digitali sta consegnando ai migranti un modulo con il quale intima il versamento del contributo aggiuntivo, necessario per la consegna del permesso”, afferma Petre Minodora, responsabile immigrazione della Cgil Terni. “Prima di tutto – prosegue la sindacalista – vogliamo chiarire che tale richiesta non rappresenta un rifiuto della concessione del permesso. In ogni caso, visto che il prossimo 13 ottobre il Consiglio di Stato si esprimerà sulla validità della sospensiva richiesta dal Governo, noi invitiamo tutti i cittadini migranti che non hanno assoluta urgenza di entrare in possesso del titolo, ad aspettare l’esito dell’udienza”.
Minodore sottolinea anche che “questa situazione di indeterminatezza coinvolge non solo i migranti, ma anche il personale stesso delle questure, al quale viene richiesto un lavoro straordinario e senza prospettive certe per l’immediato futuro, allungando peraltro i tempi di definizione delle domande di rinnovo e rilascio dei permessi”.
“È evidente – conclude la responsabile immigrazione della Cgil ternana – che l’atteggiamento del governo su questo tema continua ad essere discriminatorio e vessatorio nei confronti dei migranti che soggiornano regolarmente nel nostro paese, con l’aggravante che lo stesso governo ignora completamente le decisioni emesse dagli organi giurisdizionali nazionali ed europei”.
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