“Circa un anno fa, l’assessore al Personale del Comune di Terni Cristhia Falchetti Ballerani decise di togliere la consuetudine di oltre 15 anni per la quale una prima parte della produttività veniva erogata ai dipendenti nel mese di luglio. E anche quest’anno la stessa cosa, naturalmente”. Queste le parole di Uil. “Va premesso – continua la Uil – che sono soldi loro dovuti e che comunque devono necessariamente essere erogati: darli in due rate o in un’unica rata a fine anno non cambia nulla per il bilancio del Comune. La prima rata a testa, in genere, era di circa 300 euro. Robetta certo, ma a molti dipendenti tornava utile. L’aver tolto l’erogazione di una prima rata a luglio tuttavia è risultato odioso non tanto per l’aspetto economico quanto perché è stato vissuto come un ingiustificato schiaffo verso i lavoratori, una dichiarazione tacita di ostilità come sempre intrisa di tanta demagogia. L’unica cosa di cui l’assessore al Personale, nella sua attività di amministratore comunale, sembra abbia dato prova di abbondare. Precisiamo anche che l’erogazione di una prima rata è stata sempre ritenuta perfettamente legittima dai dirigenti del settore e che quindi la decisione di non erogarla è apparsa solo come frutto di un capriccio. Da allora tuttavia non è certo migliorata la produttività dei dipendenti, la macchina comunale non sembra funzionare meglio, non si è fatta la formazione, i disagi per i cittadini rimangono. Anzi le cose sono peggiorate. Il modello organizzativo pomposamente attuato si è dimostrato un vero fiasco. Insomma nella gestione del personale questa giunta è zero carbonella. Dell’assessore da mesi si è persa traccia per quanto riguarda l’attività amministrativa. In questo contesto è sembrata una notizia degna di evidenza mediatica persino il fatto della sua iscrizione al Pd, fatto che ai lavoratori e ai cittadini non interessa proprio nulla. Ne va meglio da parte dello stesso assessore la gestione dell’altra delega, quella alla Polizia Municipale dove, tolta la demagogia, è rimasta l’inconcludenza. Eppure l’assessore è li, ancora sul libro paga del Comune. Forse però tutto ciò serve a dimostrare ulteriormente, ma non ne sentivamo la necessità, che i risultati o come si dice il “merito” si applicano solo ai lavoratori ma per gli amministratori invece c’è una sorta di immunità. Al sindaco va ricordato che anche per incentivare la produttività dei dipendenti “un grammo di buon esempio vale più di un quintale di parole”.
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