Un vero boom di presenze ieri alla Cascata delle Marmore ma anche diverse critiche sui social da parte di chi ha notato e mal digerito orari di apertura “troppo ristretti” per il giorno di Ferragosto. Immediato l’intervento del consigliere regionale Andrea Liberati sulla gestione e sul mancato rispetto del Piano di tutela acque.
“Per la ‘165m Marmore Falls’, gestore della Cascata medesima – evidenzia Liberati – sulle Marmore ormai quel che conta è la ‘collaborazione’ con Erg. Strano però che gli stessi soggetti non si interessino al rispetto di quelle normative internazionali che imporrebbero già da anni ai medesimi concessionari idroelettrici l’apertura permanente del flusso a regime controllato. Strano che i gestori non ricordino nemmeno come l’orario ‘strappato’ quest’anno alla Erg sia lo stesso praticato da Endesa già dieci anni fa. Strano che i medesimi gestori, nei fatti, siano compiacenti con questa Cascata ‘a la carte’ da parte di una multinazionale privatissima. Strano che i gestori, pur vincitori anni fa di bando pubblico, trascurino l’interesse primario e pubblico a una Cascata fruibile sempre a tutti e per tutti, con un effetto leva enorme per l’economia del turismo su Terni, la Valnerina e l’Umbria intera. Strano che i gestori non sappiano infine che Erg è soltanto l’inquilino della Cascata, non il padrone di casa nostra. Inquilino che, peraltro, come dimostra il relativo ricorso di Assoidroelettrica, non vuole nemmeno pagare i nuovi canoni concessori imposti dalla Regione Umbria, canoni tuttora assai modesti”.
Per Andrea Liberati “vanno perciò ampiamente corretti i requisiti previsti dal bando diretto alla direzione di un patrimonio mondiale tanto rilevante quale la Cascata delle Marmore, poiché il livello culturale e giuridico-amministrativo dei gestori dei servizi turistici non potranno più essere quelli dimostrati sin qui anche con le dichiarazioni rilasciate in queste ore. Raccontare infatti che, a Ferragosto, sono arrivati più turisti alle Marmore grazie anche alla ‘collaborazione’ con la Erg sugli orari è una mistificazione assurda e un inchino non dovuto in favore di una multinazionale predatoria come poche. Una società che, in primo luogo, è infatti tenuta a rispettare ovunque i deflussi individuati anni fa dal Piano di Tutela acque, cosa che non fa, nuocendo al territorio e pregiudicando le sue potenzialità. L’unico che possa dirsi davvero contento di tanta generalizzata pochezza – conclude – si chiama Edoardo Garrone, che da questi giochi d’acqua intasca milioni a volontà, mentre qui si fa la fame e si registrano pure danni ‘collaterali’ clamorosi di vecchia data, come su Piediluco”.
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