“Se il turismo è un settore strategico per l’economia di Orvieto – e altrettanto strategica la funzione degli imprenditori del ricettivo come sostituti d’imposta, nel raccogliere con la tassa di soggiorno risorse indispensabili al risanamento del bilancio comunale – non si capisce perché il Comune di Orvieto poi non riconosca a questi stessi imprenditori il ruolo di interlocutori veri, su tutte le questioni che hanno stretta attinenza con i temi del turismo”.
Federalberghi Umbria – Confcommercio torna ad intervenire sul tema dell’imposta di soggiorno a Orvieto, sollecitando l’amministrazione comunale ad un confronto ad ampio raggio, per la crescita di questo settore e dell’economia del territorio.
“Orvieto – aggiunge Federalberghi Umbria – è la città umbra con l’imposta di soggiorno più alta. Per un hotel a due stelle, ad esempio, il Comune di Orvieto chiede al turista un’imposta di 2 euro, mentre Spoleto chiede 80 centesimi e Perugia 1 euro. Per un hotel a tre stelle, Orvieto chiede 2 euro e 30 centesimi, mentre Spoleto chiede 1 euro e Perugia 1 euro e 50 centesimi. Stessa situazione per gli hotel a 4 stelle: Orvieto chiede a ogni turista 2 euro e 50 centesimi al girono, mentre Spoleto ne chiede 1 e 50 centesimi e Perugia 2 euro.
Orvieto, inoltre, è l’unica città umbra che, assieme all’imposta di soggiorno, impone anche una tariffa di ingresso ai bus turistici. Tutti elementi che di certo portano risorse nelle casse del Comune, ma che non incentivano il turismo verso la città, pur ricca di attrattive uniche e irripetibili.
Si potrebbe fare molto di più per il turismo a Orvieto – sottolinea Federalberghi Umbria – ad esempio studiando sistemi che limitino il peso dell’imposta di soggiorno specialmente sui gruppi organizzati, quelli che più facilmente si perdono anche per una differenza di pochi euro. Altrettanto urgente sarebbe risolvere i problemi degli alberghi del centro storico, per fare un altro esempio, relativi al carico e scarico delle merci o al parcheggio dei clienti ospiti. Siamo disponibili a studiare assieme al Comune soluzioni serie per far crescere questo settore, che ha enormi potenzialità”, conclude Federalberghi Umbria.
“Non siamo sicuri che mettere intorno ad un tavolo decine di soggetti, portatori degli interessi più disparati, sia la soluzione migliore per il turismo ad Orvieto, e non invece una inutile dispersione di energie. E il Comune di Orvieto, se davvero crede nel turismo, deve provarlo con i fatti, cominciando a non destinare a questo settore le briciole del suo bilancio. Ma, al di là del pur importante capitolo risorse, le cose si possono cambiare in meglio anche dimostrando una reale capacità di confronto e di ascolto delle idee di chi rappresenta gli interessi delle imprese”.
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