Il Comitato No Inceneritori alza la voce sulla possibilità della vendita di ASM ad ACEA, possibilità che sposterebbe il centro decisionale sui servizi pubblici a Roma.
“L’Amministrazione del sindaco Di Girolamo – scrive in una nota il Comitato – vuole imporre a Terni la vendita di ASM ad ACEA, e che questa avvenga con una cessione di quote piccola o grande ben poco conta, perchè è sotto gli occhi di tutti cosa accade in aziende privatizzate in parte o in toto. E’ sufficiente parlare della GESENU di Perugia e le gravi vicende dell’ultimo anno, di ACEA a Roma e del ruolo “padronale” di Caltagirone che ne possiede solo il 16%. Ma soprattutto questo accade senza che nessuno, o pochi, rendano conto di un grave conflitto di interesse che riguarda il presidente della terza commissione consigliare, quella che si occupa per l’appunto della materia. In molti, in particolare la Giunta, fingono di non sapere infatti che il consigliere Sandro Piermatti sia fratello dell’altrettanto noto Roberto Piermatti, ex assessore arrestato per la tangentopoli ternana, oggi ai vertici di ACEA Spa, nel ruolo di Responsabile Affari Istituzionali. E bene – continua la nota – ne chiediamo l’immediata rimozione dall’incarico di Presidente di Commissione, i motivi di carattere etico e normativo ci sembrano ovvie già conosciuti ai più. Tra l’altro, quello che arriva della nomina di Roberto Piermatti delle ultime settimane, sembra davvero un messaggio chiaro in direzione della volontà di ACEA di mettere le mani su ASM. Il problema è che la maggioranza sembra molto disposta e anche i distinguo che a volte vengono fatti sono in realtà giochi di parole. Dire no alla privatizzazione ma essere favorevoli alla cessione di quote infatti è un “non senso” poiché la stessa cessione di quote, vedi il caso ACEA/Caltagirone, vedi il Servizio Idrico Integrato/ACEA, è nei fatti una privatizzazione. E magari a pesare come nel SII non sono le percentuali di proprietà pubblica o privata ma i patti parasociali, che danno ad un 1% privato un vero e proprio potere di veto. Il problema è che la classe dirigente locale finge di non sapere che tutto questo rientra in un quadro di strategia che ha come orizzonte la creazione delle macroregioni, la cui ossatura è rappresentata proprio da quelle aziende che controllano la distribuzione dell’energia, del gas, dell’acqua e la gestione dei rifiuti, cioè i servizi pubblici e i beni comuni. E’ stato uno studio di Banca Intesa del 2012 a mettere nero su bianco questa strategia per le quattro grandi del settore, tra cui ACEA. Altro che l’alleanza con Marche e Toscana della Presidente Marini, che forse la immagina per la provincia di Perugia. Perchè invece per Terni si prospetta l’entrata forzata nell’area metropolitana romana, così da togliere al nostro territorio molto potere di decisione e indirizzo politico. Non sa forse il Sindaco che vendere ASM ad ACEA significherebbe che il centro decisionale sui servizi pubblici si sposterebbe sostanzialmente a Roma? Lo sa, e evidentemente è d’accordo. Iniziamo – conclude la nota – quindi a liberare il consiglio comunale da questo conflitto di interesse, per poi passare a quelli interni ad ASM di cui ci occuperemo a breve”.
Foto: (archivio) TerniLife ©