“È evidente che la città di Terni sia giunta purtroppo al capolinea perché è una città sotto attacco ambientale. Notizia di queste ore un nuovo mini-inceneritore per bruciare plastica per ora rispedito al mittente. Troppo spesso siamo costretti a rispondere a suon di comunicati stampa. Servono invece azioni forti e decise, perché i dati ambientali ternani non sono commisurati alle parole dei comunicati stampa. Solo alle parole si risponde solo con le parole”.
Questo il duro attacco all’amministrazione Di Girolamo, da parte del senatore pentastellato Stefano Lucidi. “Quello che serve è mettere un punto fermo, per determinare un momento di riflessione, per capire il livello base di inquinamento, a macchine ferme e su questo livello progettare il futuro. Nei giorni scorsi si è parlato di tutti i processi ternani che sono andati poi prescritti, e si è parlato poi del fatto che si trattava di reati contravvenzionali. Oggi tutto questo non è più possibile perché esiste una legge sugli eco-reati che ha introdotto il reato di disastro ambientale e che vincola, chi fa reddito inquinando, alla bonifica dei luoghi dopo aver confiscato i beni delle aziende. Oggi abbiamo l’obbligo di bonifica anche su reati caduti in prescrizione e se un giudice dichiara l’obbligo alla bonifica e l’imprenditore omette di bonificare oggi quell’imprenditore è penalmente perseguibile alla luce della legge 68/2015. Grazie a due emendamenti del M5S che prevedono il reato di omessa bonifica e la confisca dei beni e dei redditi realizzati inquinando oggi la tutela ambientale ha delle armi in più. Fermare le attività inquinanti e bloccare le iniziative che sono in cantiere è importante per leggere il fondo dati ambientali e capire chi deve essere costretto a risanare i luoghi e quali attività possono proseguire o meno. Questo porterebbe anche a delle scelte perché bisognerebbe sovrapporre glI impianti e cumularne gli effetti e non considerare più ogni singola attività come un corpo estraneo. A Terni devono potere lavorare solo gli impianti sostenibili, e solo quelli, tutti gli altri se non lo sono devono essere fermati, adesso e senza nessuna autorizzazione futura. Per fare questo servirebbe un Sindaco coraggioso e una maggioranza illuminata e servono dei sindacati “utili” che non fanno scioperare solo quando serve ad una sola azienda, per i loro interessi, ma che riescano a mobilitare una città contro quelli che sono le priorità della città stessa. Nel 1990 a Terni si chiesero presidi ambientali di natura pubblica all’interno degli impianti, con addirittura una interrogazione dell’Onorevole Cavicchioli, forse dovremmo tornare a parlarne”.
Foto: (archivio) TerniLife ©