“L’uscita del Comune di Narni dalla società Interporto Centro Merci Orte S.p.A. risponde a due questioni non eludibili, inoltre contiene delle motivazioni di opportunità che vanno ben comprese prima di esprimere valutazioni non perfettamente centrate”. Lo afferma l’assessore allo sviluppo Marco de Arcangelis in una nota diffusa stamattina nella quale spiega i motivi che hanno indotto il Comune ad uscire dal centro merci di Orte.
“In primo luogo – scrive De Arcangelis – il Comune deteneva una quota pari al 3,25 % capitale sociale per un valore di 30.935,84 € della società che aveva lo scopo di creare l’infrastruttura, per innalzare e rendere più efficienti i servizi logistici per le imprese e le loro merci, allo scopo di abbattere i costi del trasporto delle stesse garantendo una maggiore quantità di trasporto su rotaia garantendo l’intermodalità. L’infrastruttura può dirsi completata e tra le finalità di un Ente pubblico non può esserci certo quello di gestire la logistica. Occorre dire senz’altro che la vicenda della costruzione dell’interporto non è stata cosa semplice, poiché ha interessato l’attività amministrativa di più enti che allo scopo appunto di creare un’infrastruttura utile alla competitività dei territori interessati si sono riuniti nell’impresa. I soggetti coinvolti: Comune di Terni; Trenitalia S.p.A.; Autorità portuale di Civitavecchia; Sviluppumbria Spa; Amm.ne Provinciale di Viterbo; Amm.ne Provinciale di Terni; Comune di Viterbo; Comune di Orte; Comune di Narni. Tutti i soggetti pubblici detenevano il 54% del capitale, le vicende amministrative e i molteplici soggetti istituzionali insieme ai vari iter delle leggi che hanno sostenuto tale impresa sono stati complessi per non dire farraginosi, da qui il tempo eccessivo per la realizzazione dell’opera che comunque ha visto la luce. Tenendo conto che le prime realtà istituzionali, a cessare la partecipazione sono state quelle laziali e, che la norma, contenuta nella legge di stabilità del 2015 al comma 611 impone la razionalizzazione delle partecipate degli enti pubblici prevedendone la chiusura ove ricorra anche uno dei seguenti casi : Eliminazione delle società e delle partecipazioni societarie non indispensabili al perseguimento delle proprie finalità istituzionali, anche mediante messa in liquidazione o cessione; Soppressione delle società che siano composte di soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti; Eliminazione delle partecipazioni detenute in società che svolgono attività analoghe o similari a quelle svolte da altre società partecipate o da enti pubblici strumentali, anche mediante operazioni di fusione o d’internalizzazione delle funzioni; Aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica; Contenimento dei costi di funzionamento, anche mediante riorganizzazione degli organi amministrativi e di controllo e delle strutture aziendali, nonché attraverso la riduzione delle relative remunerazioni. Ricorrendo più d’una delle circostanze di cui sopra nel caso della “società centro merci” la cessazione della partecipazione è obbligata, non essendo, tra l’altro, neanche possibile procedere ad una razionalizzazione tra più società con le stesse finalità, come tentato di verificare, conseguentemente siamo giunti alla determinazione approvata in consiglio comunale di cessare la partecipazione. Ciò non toglie che l’infrastruttura non possa giocare un ruolo propulsivo sull’economia locale attraverso servizi più efficienti alle imprese e che la stessa non possa entrare in rete con la piastra logistica di Terni e Narni. In questo senso all’interno del percorso “Terni Narni smart land “ è emerso un interessante progetto sulla logistica e la consegna delle merci di ultimo miglio, il collegamento tra piastra logistica e Centro merci di Orte e lo stoccaggio di materiali per la trasformazione e lo smistamento di rifiuti plastici in materia prima seconda”.
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