Consiglio comunale. Approvato ieri sera il bilancio consuntivo 2015. Passa a maggioranza con 21 voti a favore e 8 contrari. Un bilancio che ha visto diverse critiche da parte dell’opposizione e, in prima linea, Enrico Melasecche (I Love Terni) che ha parlato di “un bilancio storico, frutto di quindici anni di follie che oggi vengono al pettine”. “Sono terminati gli anni in cui il Comune si indebitava con mutui contratti senza cervello e senza cuore, scaricando tutto su uno Stato che sembrava un’entità astratta”. “I bilanci degli anni scorsi – continua Melasecche – erano falsati da giochi contabili; oggi emerge in tutta la sua plasticità il modo in cui sono stati amministrati i ternani e l’atto proposto da Cavicchioli denota la mancanza di fiducia della maggioranza nei confronti del sindaco”. “Si tratta – ha concluso – del primo bilancio con un grave doppio disavanzo, quelli precedenti ce l’avevano lo stesso, ma lo nascondevano”.
Per Francesco Ferranti (FI) “le criticità che ci si ripropongono e che perdurano nel tempo le abbiamo ascoltate molte volte insieme ai buoni propositi per risolverle, anche da parte di questa giunta, ormai da due anni. Non si vede perché si dovrebbe continuare a darle fiducia”. “L’assessore Piacenti, in commissione, ha detto che la capacità di spesa sarà limitata al necessario e agli obblighi di legge: tutto ciò evidenzia in modo palese quale sarà lo scenario futuro per questo territorio, senza progetti, idee, con la crescita del degrado. La città non avrà più un sindaco, ma un curatore fallimentare, assistito da un esecutore che sarà l’assessore Piacenti”.
Per Faliero Chiappini occorre prima di tutto valutare il nuovo contesto, le nuove norme e le regole sulla contabilità degli enti locali. Le soluzioni, secondo Chiappini – possono essere cercate con una riflessione non tanto sulle entrate tributarie, considerando le condizioni di grave disagio della nostra comunità, quanto sul patrimonio, con il percorso delle alienazioni sul quale si sta lavorando per recuperare risorse. L’altra questione riguarda la necessità d’implementare le entrate dalle partecipate, e anche sul Briccialdi – ha detto Chiappini – occorre studiare fino in fondo un piano di compatibilità finalizzato al bilancio.
Secondo Franco Todini (IC) “ci sono una serie di partite di esigibilità dubbie, ed è stato fatto un eccessivo ricorso alle anticipazioni di cassa”. “Ci sono considerazioni tecniche – ha detto Todini – ma anche una valutazione tombale sulla capacità di questa amministrazione di gestire le proprie risorse”. “A fronte di quanto accaduto finora l’attuale amministrazione non appare in grado di gestire manovre correttive, nel quotidiano, ma anche a livello progettuale. La macchina comunale è ferma agli anni settanta o ottanta e non appare in grado di reagire”.
Federico Pasculli (M5S) ha posto l’accento sui risultati delle partecipate. E’ vero che sono stati investiti dei soldi, molti, a fronte degli interessi che oggi paghiamo, ma bisogna anche valutare i risultati concreti che hanno portato alla città questi investimenti, come nel caso dei venti milioni spesi per l’università. “Nel programma di Di Girolamo per le ultime elezioni – ha detto Pasculli – c’era scritto che la città aveva superato lo tsunami finanziario ed economico, oggi, a fronte di questo consuntivo, potremmo dire: ritentate sarete più fortunati. Ora però – ha concluso rivolgendosi alla giunta – dovreste riconoscere che il programma del 2014 è fallito e dovreste avere il coraggio di dirlo, perché voi i conti quando presentavate alla città quel programma li conoscevate”.
Marco Cecconi (FdI) ha ricordato che l’amministrazione Di Girolamo aveva promesso di non mettere le mani nelle tasche dei cittadini. “Avevamo detto che era una bufala e avevamo ragione”. “Oggi – ha aggiunto Cecconi – si paga il peso di politiche scellerate di bilancio perpetrate per decenni che si ripercuoteranno sui tributi e sulle tariffe, ovvero sulle tasche dei ternani. Oggi c’è lo smascheramento delle bugie di questa amministrazione. A consuntivo questo bilancio dimostra come l’ente nel corso dell’esercizio abbia maturato un ulteriore disavanzo. Zero recupero dell’evasione, modestissimi introiti da multe, una mole di residui attivi differenziano questo consuntivo dalle previsioni del preventivo. Tanti buchi neri che sommati gli uni agli altri dipingono l’anticamera del crack. E’ l’attestazione di un fallimento politico: chi ha sbagliato paghi e vada a casa”. Per Silvano Ricci (SpT) i bilanci di un ente pubblico non possono essere letti solo in chiave economica. La logica dei bilanci è cambiata – ha detto – e su questo non sono d’accordo: noi dobbiamo dare risposte alla città e ai cittadini. Se ci siamo indebitati è stato anche per quello”.
Thomas De Luca (M5S) ha sottolineato quella che a suo modo di vedere è “un’anomalia ternana fatta da un’amministrazione di sinistra fondata sull’ingiustizia sociale”, “con aziende partecipate gestite attraverso il partito”. “Se dovete procedere con una gestione commissariale – ha detto – allora fate venire un commissario vero e prendetevi le vostre responsabilità politiche”.
Interviene Andrea Cavicchioli (Pd), che riconosce le criticità, come indicato dal collegio dei revisori dei conti ma “occorre però collocare la situazione attuale nell’ambito delle modifiche normative intervenute, che giudico positive”. “La legislazione nazionale – spiega Cavicchioli – sta infatti cercando di fornire soluzioni e indicazioni certe per la gestione finanziaria degli enti. Bisogna però considerare la diminuzione del 45% dei trasferimenti agli enti locali e l’obbligo di costituire fondi che bloccano la parte corrente in maniera eclatante, attraverso gli accantonamenti. “Il Comune di Terni a causa dei mutui contratti ha un indebitamento che oggi pesa e crea ulteriori rigidità di bilancio, ma questo a fronte della realizzazione di investimenti e opere pubbliche che hanno cambiato la città”. “I revisori dei conti hanno comunque dato un parere favorevole, indicando una serie di azioni da porre in essere che noi condividiamo”. In questo senso secondo Cavicchioli non si può trascurare l’applicazione della pre-Fornero sul Comune, dai dirigenti a scendere, per arrivare ad una macchina amministrativa più snella.
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