Opposizione netta da parte del Movimento 5 Stelle alla realizzazione del progetto di un nuovo acquedotto Terria-Pentima che lo definisce “una sorta di megatubo, con un diametro tra i 60 e i 90 centimetri e una lunghezza di 23 km, che devasterà la nostra pregiata Valnerina, in zone severamente vincolate e sotto protezione europea”.
“Su questo tema – ha dichiarato il capogruppo regionale del M5S, Andrea Liberati – abbiamo già presentato da giorni un’interrogazione urgente alla presidente della Regione, Catiuscia Marini. Siamo dinanzi al solito maxiappalto, oltre 20 milioni di euro, portato avanti in totale opacità e silenzio, senza la minima partecipazione delle comunità locali, senza un report idrogeologico serio e condiviso. Soprattutto senza senso. Chiediamo l’immediata convocazione di un tavolo regionale alla presenza di nostri geologi, comitati e associazioni. Si investano piuttosto 20 milioni di euro nel turismo – suggerisce Liberati – perché buttarli via in un’opera inutile e devastante è un’autentica vergogna. Un insulto alla storia e alle comunità locali”.
Secondo Liberati l’infrastruttura “non sarà affatto utile a dissetare i ternani, ma certamente necessaria a saziare gli appetiti delle più diverse clientele, alimentando nuovo malaffare. È invece possibile – spiega – percorrere alternative serie e praticabili rispetto a tale assurdo progetto che, peraltro, a causa delle sorgenti di alveo di cui vive, comporterebbe l’ulteriore riduzione della portata del fiume Nera, già ridotto a rigagnolo per lunghi tratti della Media e Bassa Valnerina a causa delle derivazioni idroelettriche. Anzi, è proprio su queste derivazioni che si può e si deve
lavorare per ricercare quell’acqua che manca, senza nuovi impatti e senza spendere un euro di risorse pubbliche”.
In particolare il capogruppo chiede: “perché tanti denari” non vengano invece spesi per “opere di bonifica e adeguamento delle condotte esistenti, che contano perdite del 40 per cento”; le motivazioni della “presenza improvvisa delle recinzioni di cantiere nel sito in oggetto senza l’affissione del cartello di identificazione del lavori; se il “progetto marchigiano sia compatibile con quel che si intende fare in Umbria e, segnatamente, sulla tratta Terria-Papigno; se si sia tenuto conto del “danno ambientale ai danni di un sito di pregio della nostra regione e se siano state informate le autorità italiane e straniere che sovrintendono il progetto. Liberati, infine, vuol sapere se la Regione Umbria intenda convocare associazioni e cittadini “finora esclusi da qualsiasi consultazione in merito”.
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