La riorganizzazione dei sevizi scolastici, in particolare del servizio mensa, un percorso incentrato sulla condivisione e il confronto. L’amministrazione comunale ha predisposto occasioni di partecipazione, che hanno preso il via in maniera sistematica nei giorni scorsi, anche con il supporto di specialisti della materia, e con l’attivazione di vari strumenti: dai gruppi di lavoro a Prendoparte. Una riorganizzazione e un percorso incentrati su una relazione che contiene dati sulla portata del servizio, sulla sua distribuzione, sulle differenziazioni tra i vari plessi scolastici, sui costi, sulla qualità percepita dagli utenti, sulle ipotesi di innovazione. Una relazione che l’Amministrazione Comunale ha messo a disposizione dei gruppi di partecipazione che il 24 marzo hanno iniziato a lavorare a tre tavoli tematici. Una relazione che l’amministrazione Comunale condivide con la città, per rafforzare il percorso di un confronto basato su dati di fatto.
“Un primo obiettivo è stato già raggiunto – dichiara l’assessore al Bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi – è maturata, nella dimensione del percorso partecipativo avviato, nelle tre ipotesi di innovazione, la condivisione che le cucine in loco sono un elemento fondamentale della qualità del servizio. Una vittoria della città, un obiettivo raggiunto con il confronto costruttivo, senza posizioni preconcette, un primo traguardo che supera posizioni e dichiarazioni a dir poco premature. Ecco, a tal proposito, mi aspetto che ora venga ritirata la petizione avanzata da alcuni elementi sindacali, perché ora non ha più alcuna ragione d’essere. Le posizioni a questo punto sono molto chiare: ci sono molti genitori, operatori della scuola, organizzazioni sindacali, che sono realmente interessate alla qualità del servizio mensa e che hanno colto il senso della riorganizzazione quale scelta riformista e di innovazione per migliorare e adeguare un servizio pensato 40 anni fa; c’è l’Amministrazione Comunale che ha posto il tema dell’innovazione nei servizi scolastici e del servizio mensa perché fermamente convinta che occorra adeguare alle nuove esigenze i servizi pubblici e perché ritiene che sia possibile coniugare la politica della qualità con quella dell’equità dei costi; c’è chi invece ha colto l’occasione per strumentalizzare, ribadire posizioni preconcette, per utilizzare il tema, effettivamente delicato, della sana alimentazione e dell’educazione alimentare, perché alla ricerca di visibilità politica o di ruolo sindacale. Noi non ci lasceremo intimorire, proseguiamo nel lavoro avviato, nel confronto con i tanti soggetti interessati, nella convinzione che arriveremo a costruire un nuovo servizio mensa che possa essere un modello per tutto il Paese, sicuramente tra le prime cinque città di Italia”.
La ristorazione scolastica
Le cifre:
La modalità diretta (prevede la cucina in loco con personale comunale e/o operatori delle cooperative organizzate in Associazione Temporanea d’Impresa) 14 scuole; 106.258 pasti annui
La modalità indiretta (prevede la cucina in loco con personale della Ditta, gestore esterno del servizio, o la cucina centralizzata con pasto trasportato) 392.166 pasti annui (con cucina in loco: 27 scuole; 336.588 pasti annui – con pasto trasportato: 9 scuole; 55.578 pasti annui
Totale in loco: modalità diretta + indiretta: 41 scuole; 442.096 pasti annui
Totale pasti consumati anno scolastico 2014/15: 498.425
La spesa:
Il costo totale della refezione scolastica ammonta a €. 3.038.000 di cui €. 1.801.000 per la modalità indiretta (in loco e trasportato) e €. 1.237.000 per la modalità diretta (comprensiva delle spese di derrate alimentari, personale dipendente (cuoche ed amministrativi) ed ausiliari esterni, utenze
Le entrate:
Rette: €. 1.043.000
Contributi statali: €. 108.000
Contributo Comunitario: €. 8.000
Totale €. 1.159.000
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