Il consiglio regionale dell’Umbria ha respinto a maggioranza, con 7 astenuti (Pd, Ser) e 6 sì (Rp, Fdi, Lega nord, M5S) la mozione presentata dai consiglieri di Centrodestra e liste civiche Raffaele Nevi (Forza Italia), Sergio De Vincenzi, Claudio Ricci (Ricci presidente), Emanuele Fiorini, Valerio Mancini (Lega Nord) e Marco Squarta (Fratelli d’Italia) che impegnava la Regione Umbria a “non favorire l’ampliamento della discarica ‘Le Crete’, adeguandosi alla contrarietà espressa dal Comune di Orvieto” e a “non dichiarare superato il dissenso espresso dall’amministrazione comunale di Orvieto sul progetto di adeguamento morfologico del sito ‘Le Crete’ di Orvieto”.
In una nota della REGIOE UMBRIA si legge:
“Al voto sul documento si è giunti dopo il mancato accoglimento da parte dei presentatori della proposta del capogruppo Pd Chiacchieroni di rinviare la mozione alla Commissione speciale sui rifiuti per ulteriori approfondimenti.
Illustrando l’atto di indirizzo di cui è firmatario, MARCO SQUARTA (FdI) ha evidenziato che “il “Comitato di coordinamento sulle valutazioni ambientali il 20 gennaio scorso ha chiuso i suoi lavori, rilasciando un parere per la Giunta regionale dove si attesta che ‘sussistono le condizioni per il superamento del dissenso espresso dal Comune di Orvieto sul progetto definitivo di ‘Adeguamento morfologico del sito ed ottimizzazione dei volumi e del ‘capping sommitale’ della discarica di Orvieto’. La soprintendenza ai
Beni archeologici e paesaggistici dell’Umbria ha invece espresso la propria contrarietà all’ampliamento della discarica ‘Le Crete’, così come il Consiglio comunale di Orvieto, che per ben due volte e all’unanimità ha espresso la sua contrarietà, ribadendo tale posizione anche con una mozione approvata lo scorso ottobre. Inoltre è bene ricordare che l’allora assessore Silvano Rometti, a nome della Giunta, nel gennaio del 2015, dichiarò che per la discarica Le Crete non ci sono assolutamente esigenze di ampliamento
e tanto meno ve ne sono per lo sfruttamento di un terzo calanco. Anche perché le politiche regionali sono indirizzate al superamento delle discariche, come chiede l’Europa’”.
GLI INTERVENTI
SILVANO ROMETTI (SeR): “PREVISIONI DEL PIANO RIFIUTI NON RISPETTATE, ANCHE PER CARENZE NELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA – Alcuni degli obiettivi indicati nella gestione dei rifiuti non si sono realizzati. Alcuni invece sono stati raggiunti, come l’incremento della raccolta differenziata e la riduzione della produzione dei rifiuti. Il Piano dei rifiuti indica obiettivi e strategie, prevedendo andamenti e risultati che a volte sono ambiziose. La
Regione non può imporre ai Comuni di fare meglio la raccolta differenziata. Dai calcoli sulla differenziata la previsione era che la discarica doveva arrivare al 2026 con un solo ampliamento, però quanto previsto per l’Ati 4 in materia di rifiuti non è stato fatto. Nel Ternano la raccolta differenziata è al 40 per cento e a Orvieto siamo ancora più indietro.
Questo ha determinato l’esigenza di proporre l’ampliamento della discarica. Nel 2011 avevamo previsto di raggiungere livelli di differenziata molto elevati e di trovare alte forme di chiusura del ciclo che potessero portare al superamento della discarica. Se non vogliamo più le discariche dobbiamo fare la raccolta differenziata e trovare un altro sistema di chiusura del ciclo, altrimenti continuiamo a fare previsioni che non trovano attuazione”.
CLAUDIO RICCI (Rp): “NO ALL’AMPLIAMENTO DI TUTTE LE DISCARICHE – Dobbiamo dire no all’ampliamento di tutte le cave di conferimento dei rifiuti, come previsto dai documenti di indirizzo dell’Unione europea, dove si prevede il superamento di questi siti di conferimento in emergenza. L’ampliamento dovrebbe ammontare a oltre 800mila metri cubi, ma questa ipotesi non ha ottenuto la Valutazione di impatto ambientale ed è in corso un arbitrato tra la società di gestione e la Sovrintendenza, che si è espressa contro l’ampliamento. Dobbiamo porci il tema di ridurre la produzione di rifiuti e di come aumentare la raccolta differenziata, anche implementando le tariffe puntuali, secondo cui si paga per quanto si getta. La chiusura del ciclo non passa per ora per il 100 per cento di raccolta differenziata o di riuso, per
il quale non saranno forse necessari lunghi anni di investimenti. Entro due anni si esauriranno le discariche, entro questo termine dobbiamo risolvere il problema. Dobbiamo dunque capire quale tecnologia usare per smaltire l’indifferenziato, che ammonterebbe a 115mila tonnellate annue anche ottenendo importanti risultati nel riciclo. Quella di Orvieto è stata in parte la discarica dell’Umbria, dato che nella sua storia circa il 50 per cento dei materiali conferiti proveniva da territori distanti da Orvieto. Auspico si possa fare una verifica per capire anche quali materiali vanno in
discarica, e se tutti i materiali conferiti siano perfettamente e adeguatamente autorizzati e compatibili con ciò che una discarica deve accogliere. Dico questo a conclusione di una mozione che mi appare doverosa perché ci sono segnalazioni e indicazioni che credo meriterebbero un atto ricognitivo, anche con l’aiuto di Arpa. Diciamo no all’ampliamento della discarica Le Crete, che è l’oggetto della mozione, ma diciamo anche no al concetto di ampliamento in generale delle cave in Umbria, cercando di declinare alternativamente tale proposizione, approfondendo i temi della minore produzione di rifiuti, della maggiore raccolta differenziata, anche applicando i sistemi di tariffazione puntuale. Cercando con adeguate tecnologie di chiudere il ciclo e quindi di gestire l’indifferenziato”.
ANDREA LIBERATI (M5S): “QUESTA MOZIONE È CONDIVISIBILE. NON PARLA COME ACCADUTO IN PASSATO DI CSS, MA PRENDE ATTO DEL FATTO CHE IN EFFETTI NON SUSSISTONO LE CONDIZIONI PER IL SUPERAMENTO DEL DISSENSO ALL’AMPLIAMENTO. Stiamo facendo scivolare questioni verso controversie giudiziarie evitabili. Mentre noi discutiamo altri soggetti continuano a guadagnare. E sono sempre gli stessi. Nell’Ati 4 lo stesso operatore gestisce la discarica e l’impianto di incenerimento. Recentemente l’onorevole Bratti, del Pd, ha parlato di presunte infiltrazioni di chi aveva rapporti con la cricca. Non è un caso che esista una Commissione di inchiesta a livello regionale, che è arrivata a un punto interessante: si aprirà un tavolo che riesca a registrare e a
ascoltare le istanze territoriali. Un tavolo che vede come partecipanti le associazioni, i comitati rappresentativi di quelle realtà. Se in passato avessimo avuto questa forma di ascolto non saremmo arrivati a questo livello.
Negli ultimi tempi vediamo sempre più fragile la cappa politico-giudiziarie che per decenni ha tenuto in frigorifero certe vicende. Sarebbe facile tornare a parlare di rifiuti zero, di tariffa puntuale. Non lo faccio perché siamo ancora nella fase precedente in cui dobbiamo riconoscere i problemi e adottare le misure più incisive, nella fase di allontanamento delle mafie e delle ecomafie. Occorre fare presto. Facciamo nostra la proposta della nostra
consigliera di Orvieto relativamente al fatto che occorre passare ad azioni di responsabilità, a richieste di risarcimento danni. Perché qui qualcuno i danni li sta facendo, li sta portando avanti”.
EMANUELE FIORINI (Lega nord): “SPERO CHE SI EVITI L’AUMENTO DELLA MALEDETTA DISCARICA CHE HA
PORTATO IL TERRORE TRA I CITTADINI DI ORVIETO. A partire dall’aumento del tasso tumorale nell’Orvietano. Non capisco le dichiarazione dell’Arpa secondo le quali l’alta percentuale di mercurio derivava dalle cave in passato di
cinabro. A Orvieto c’è una gestione ambigua, strana. I proprietari della discarica sono proprietari anche dell’inceneritore. Prima del 2011 i camion viaggiavano di notte e non si sapeva cosa contenevano. Vogliamo sapere cosa
c’è dentro la discarica. Come Lega non vogliamo andare ad accentuare il problema. Vogliamo prima capire quello che c’è li dentro. Spero che al prossimo Consiglio si discuta il nostro atto in merito”.
GIANFRANCO CHIACCHIERONI (Pd): “FARE APPROFONDIMENTO IN COMMISSIONE DI QUESTA TEMATICA, ALTRIMENTI MI ASTENGO. Possiamo lavorare tanto in Seconda Commissione che in quella sul ciclo dei rifiuti. Questo darebbe un respiro
all’iniziativa sostenuta dai cittadini e costituirebbe un punto di caduta più ragionato, più adeguato a questa problematica. Un risultato già l’abbiamo ottenuto con questa discussione, con l’accelerazione della raccolta differenziata in Umbria fino a dire che c’è bisogno di conquistare a questo approccio della differenziata un’opinione pubblica diffusissima. È insolito però che si insista in questa maniera, da parte dei consiglieri di centro destra, su questo tema. Non capisco perché avete voluto la Commissione di inchiesta dei rifiuti e perché mi avete messo come presidente. Se vogliamo discuterne in maniera più approfondita come mi pare suggerisca Claudio Ricci in alcuni passaggi del suo intervento va bene, torniamo in commissione. Altrimenti a questo gioco non ci sto”.
L’assessore FERNANDA CECCHINI ha spiegato che “l’iter si è svolto come prevede la legge. Siamo disponibili a qualsiasi confronto, mantenendo però il senso di responsabilità. Noi cittadini dobbiamo accettare che le comodità hanno anche degli effetti. Non vogliamo dunque sul nostro territorio impianti di incenerimento, ma non facciamo quello che andrebbe fatto sulla raccolta differenziata. Non facendo niente e non facendo scelte non si risolvono i problemi. In questi mesi, a Roma, abbiamo fatto una battaglia per scongiurare la chiusura del ciclo attraverso la termovalorizzazione, anche perché in Umbria ci sono impianti che già potrebbero bruciare rifiuti. La scelta del Governo di non spostare rifiuti da una regione all’altra è positiva e prefigura un approccio unitario al
problema. Abbiamo chiesto di evitare di costruire un inceneritore dato che siamo nelle condizioni di portare a compimento le previsioni del piano rifiuti e non ci sarebbero neppure le condizioni per alimentare un impianto di termovalorizzazione. Il Governo ha preso atto del Piano rifiuti ma anche delle difficoltà che abbiamo per gli obiettivi della raccolta differenziata. Per ottimizzare i costi e gli impianti, dobbiamo portare avanti gli strumenti che abbiamo, utilizzando anche i poteri sostitutivi della Regione se non
fosse stato acncora creato l’Auri. C’è una sottovalutazione delle problematiche e degli obiettivi da raggiungere nella gestione dei rifiuti, soprattutto dopo l’approvazione dello ‘Sblocca Italia’, che impone di raggiungere certi risultati, pena l’imposizione di decisioni nazionali. La raccolta differenziata andrebbe molto meglio se tutti i territori si fossero impegnati allo stesso modo, ottimizzando gli 8milioni di euro di fondi regionali messi a disposizione negli ultimi anni per il porta a porta. Se l’Ati 4 avesse fatto la sua parte avremmo superato il 60 per cento di raccolta differenziata. La Regione di era espressa contro la costruzione del terzo calanco della discarica di Orvieto: se la raccolta differenziata fosse stata portata avanti non ci sarebbe stato bisogno di altri metri cubi, dato
che da anni in quel sito vanno solo i rifiuti del Ternano. Mettendo insieme le azione dei Comuni, dei soggetti gestori e le risorse regionali per l’impiantistica possiamo contare sulla garanzia che non verranno bruciati rifiuti. Stiamo lavorando ad un accordo-quadro con la Toscana. Quanto successo con Gesenu ha imposto una accelerazione al nostro lavoro”.
Foto (archivio) TerniLife ©