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Susanna Tamaro 1995

“GRAVISSIMA SOFFERENZA ECONOMICA E DI INERZIA PRODUTTIVA”, SUSANNA TAMARO STRONCA L’UMBRIA SULLE PAGINE DEL CORRIERE DELLA SERA

(di Roberta Falasca) La scrittrice Susanna Tamaro scatta una fotografia sul nostro territorio e lo riporta sulle pagine del più importante quotidiano nazionale, il Corriere della Sera. Triestina di nascita, oggi Susanna Tamaro vive a Porano a pochi chilometri da Orvieto e da Terni. E nella sua rubrica sul Corriere della Sera parla di un’Umbria che non è affatto una landa desolata, devastata dalla malavita. Tutt’altro. “È, o almeno era, – si legge sulle pagine del Corriere – una regione baciata dalla fortuna. Gode di un grande patrimonio storico artistico, oltre che di un paesaggio incantevole — seppure intaccato dagli orrori delle lottizzazioni — ancora integro e pieno di fascino, di una natura collinare e montuosa che sarebbe il paradiso per le piccole coltivazioni di qualità e per il turismo verde. Allora, come è possibile questo stato di gravissima sofferenza economica e di inerzia produttiva?”. Questa la domanda che la scrittrice friulana scrive nero su bianco e riesce a dare subito una risposta. “È certo che la prima randellata sulla testa delle famiglie – continua la scrittrice – è stata inferta dal cambio di moneta che ha dimezzato di colpo il valore degli stipendi, con relativa capacità di acquisto. E poi, a questo primo imprevisto e drastico declassamento, lenti e inesorabili, si sono aggiunti i morsi della crisi che hanno eroso con diligente pazienza, anno dopo anno, tutti i tesoretti accumulati dalle famiglie. «Non ce la faceva più» è il commento che sento mormorare più di frequente quando mi trovo davanti a un’altra saracinesca abbassata a Orvieto. «Non ce la faceva più» si bisbiglia davanti all’ennesima lottizzazione lasciata incompiuta: le bocche nere delle porte e delle finestre, i piloni di cemento rimarranno lì a testimoniare la scelleratezza di un’epoca di incoscienza. «Non ce la faceva più» potrebbe essere il leitmotiv che accompagna l’inesorabile declino di un intero mondo fino a ieri attivo e operoso. Basta un breve viaggio nelle campagne dell’Umbria per accorgersi del gran numero di uliveti non più curati, di vigneti lasciati malinconicamente inselvatichire. Per un privato, possedere un uliveto, spesso ereditato, è ormai una vera maledizione. La raccolta delle olive è un’operazione lunga e faticosa e, fino a qualche anno fa, era possibile unicamente grazie alle grandi famiglie e alle comunità del posto che si rendevano disponibili a dare una mano. Ma ora non è più fattibile”.

Foto TerniLife ©

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