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DONNE, DOPO 70 ANNI DAL PRIMO VOTO CONTINUA LA BATTAGLIA PER I DIRITTI

“Le donne hanno in mano il futuro, ma la battaglia non è finita”. Sono parole di Renata Stefanini Salvati, partigiana, attivista politica e primo assessore donna nella storia del Comune di Terni, intervistata in occasione dell’iniziativa “La Forza del nostro viaggio”, organizzata oggi dalla Cgil di Terni e dal sindacato pensionati Spi Cgil per ricordare un’importante ricorrenza: i 70 anni dal 10 marzo 1946, data in cui le donne hanno per la prima volta avuto il diritto di votare. Al centro della discussione, coordinata dal segretario della Cgil di Terni, Attilio Romanelli, il ruolo delle donne nella storia della città e del Paese. A partire dal contributo delle partigiane nella Resistenza e quello delle lavoratrici (come le tabacchine di Piediluco e le operaie dello iutificio Centurini) negli scioperi e nelle lotte dei primi anni del dopoguerra, e poi la vita di partito e quella di sindacato. Pagine di storia raccontate con dovizia di particolari da Lucia Mossa dello Spi provinciale di Terni e da Angelo Bitti, storico e ricercatore. Fino ad arrivare al presente, con la testimonianza di Roberta Troksi, coordinatrice Rete Studenti Roma, giovane donna di origine albanese, arrivata in Italia neonata, ma ancora oggi priva della cittadinanza e quindi del diritto di voto nel nostro paese, per i ritardi e le storture della burocrazia.
“Iniziative come queste partono dalla storia e dalle conquiste del passato per affrontare i problemi del presente – ha detto nel suo intervento Lucia Rossi, della segreteria nazionale dello Spi Cgil – ripartire dal protagonismo delle donne in quegli anni, da quel legame forte che esisteva tra le donne e che era trasversale anche rispetto ai luoghi di attività, per riprendere una battaglia in difesa dei diritti che sono stati negli anni acquisiti ma che negli ultimi tempi, in particolare nel mondo del lavoro, vengono rimessi in discussione. I diritti non sono mai una conquista per sempre – ha concluso Rossi – c’è la necessità di riprendere quel filo di confronto e relazione tra donne che può arrestare l’arretramento dei diritti delle lavoratrici e delle donne in generale”.
Dopo il dibattito chiusura in musica con il folk di Lucilla Galeazzi.
Foto: Cgil Umbria ©

 

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