“L’Università a Terni sta ancora vivendo una fase di stallo”, questo quanto denuncia l’Associazione culturale per Terni città Universitaria che chiede di accelerare i tempi dopo che lo stesso Consiglio Comunale di Palazzo Spada ha prodotto un importante atto d’indirizzo predisposto dalla seconda commissione consiliare. Nell’atto d’indirizzo si impegna sindaco e giunta a costituire una fondazione per il polo universitario entro il 31 maggio 2016.
Una data attesa dall’Associazione ma che vede anche molto vicina.
Nell’atto d’indirizzo si chiede di superare la struttura del “Consorzio per lo sviluppo del Polo Universitario di Terni” e di aprire il Polo ternano ad un modello Multicampus, come stabilito anche dalla legge Gelmini 240 del 2010.
Nella nota del dicembre scorso l’Associazione ha sottolineato come a Terni manchi oggi un vero e proprio “progetto” per il rilancio dell’esperienza universitaria ternana trascinata stancamente e senza slanci in grado di attirare gli studenti. Un problema che investe in particolare l’esperienza di Ingegneria ed Economia. Anche la questione sedi sta diventando importante. Come già ribadito nel comunicato di dicembre, l’Associazione ha ipotizzato la creazione di un “campus” che accolga nella stessa sede, magari di Pentima, i due corsi.
Nel successivo intervento in consiglio comunale, l’assessore all’università Giorgio Armillei, ha sottolineato come “avendo la nostra città investito sul polo universitario in modo notevole, occorre un’interlocuzione consistente dell’amministrazione comunale”. Gli investimenti fatti dal Comune, Provincia, Regione e Fondazione Carit per lo sviluppo del polo sono quantificabili intorno ai 20 milioni di euro. “Il dialogo – continua l’assessore – che c’è stato con Fondazione Carit, Comune di Narni e Ateneo è stato molto complesso, tuttavia noi proseguiremo con pazienza e con determinazione”. Anche il consigliere d’opposizione Enrico Melasecche (IlT) è intervenuto sostenendo che “Terni ha perso troppe occasioni sul polo universitario”. Anche Andrea Cavicchioli, capogruppo del PD in consiglio comunale, entrò a dicembre nel merito della questione, chiamando in causa la Regione Umbria. “Noi dobbiamo sapere cosa pensa la Regione sul futuro della ricerca a Terni. E’ inconcepibile lasciare i laboratori nelle condizioni in cui si trovano e poi sentirsi dire dal rettore che lui non ha firmato nulla e non si riconosce negli impegni. Dobbiamo capire – conclude Cavicchioli – quali strategie sono in gioco per il polo ternano”.
Alla luce degli impegni presi l’Associazione chiede un incontro urgente con il Sindaco e con la giunta comunale, per definire insieme le nuove strade da percorrere e sulle quali c’è ancora molto da lavorare.
Per l’Associazione sarebbe importante che anche la Regione Umbria intervenisse per il rilancio dell’esperienza universitaria ternana. Un intervento complessivo incisivo in grado di porre uno stop alla fuga degli studenti, che spostano spesso il loro percorso di studi da Terni a Perugia o, molto spesso, fuori dalla nostra Regione.
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