Lo sciopero degli assistenti sociali proclamato il 20 novembre dalla Uilfpl ha visto adesioni totali. Quindi tutti i lavoratori coinvolti hanno voluto protestare contro il Comune di Terni per come gestisce il Servizio tutela minori. Lo sciopero un primo risultato lo ha già ottenuto in quanto ha “costretto” l’assessore Malafoglia a fare un clamoroso dietrofront. Infatti la stessa aveva rifiutato ogni possibilità di conciliazione con la Uilfpl nell’incontro tenutosi in Prefettura per tentare di scongiurare lo sciopero ritenendo evidentemente le motivazioni infondate e ritenendo di aver fatto tutto il possibile per il servizio stesso. Ora invece, dopo il riuscito sciopero, la stessa Malafoglia ha dichiarato che “la proclamata agitazione evidenzia la necessità di ridefinire la struttura e le aree di intervento in base ai mutati bisogni della società”.
“Se da una parte il cambio di valutazione ci conforta – spiega la Uilfpl – dall’altra evidenzia tuttavia con quanta approssimazione sia amministrato un settore importante dell’amministrazione comunale. L’assessore ha anche sottolineato che i dipendenti ‘si sono mobilitati in un’azione sindacale che offre spunti e suggerimenti che non vanno lasciati cadere’. Ed ha osservato anche che la strada è quella della valorizzazione delle professionalità e del rafforzamento dell’area minori. Negli ultimi anni, il Servizio ha sostenuto circa 800 situazioni familiari e ha protetto bambini e ragazzi da maltrattamenti fisici, abbandoni, abusi sessuali e violenze assistite in situazioni di separazione genitoriale altamente conflittuali. Si parla di un Servizio che da 9 unità in pianta organica è passato a 6 unità, mettendo con ciò in secondo piano l’interesse preminente dei minori e delle loro famiglie. Drastica riduzione del personale dunque con una mole di lavoro che però certo non è diminuita. Anzi, complice l’aggravarsi della crisi economica e sociale, la complessità e problematicità è più elevata e dunque le situazioni sono sempre più complesse e nel gestirle e seguirle necessitano maggiore attenzione e specializzazione. Purtroppo ad oggi, nonostante le dichiarazioni stampa, da parte dell’assessore registriamo su questo versante solo chiacchiere. Il problema fondamentale della mancanza di organico continua a non essere affrontato eppure sarebbe di facile soluzione se solo si volesse. Basterebbe mettere meno gente a comandare e più gente a lavorare nel delicato ruolo di assistente sociale. Infatti, non è utile alla piena funzionalità del servizio aver tolto un’assistente sociale ponendola nel ruolo di posizione organizzativa, una scelta organizzativa che non ci si può consentire allo stato attuale in quanto sottrae professionalità specifiche e elevate al rapporto diretto con l’utenza e poi, tale strutturazione, si è anche dimostrata fonte di confusione e di conflittualità tra gli operatori. Togliere questa posizione di comando non solo farebbe recuperare disponibilità altamente professionali al rapporto diretto con l’utenza ma comporterebbe anche risparmi economici che potrebbero essere utilmente utilizzati per potenziare ulteriormente l’organico. Gli assistenti sociali sono pagati come assistenti sociali coordinatori ma non hanno nessuno da coordinare se non se stessi. Metter qualcuno, come una posizione organizzativa, che a sua volta coordina i coordinatori ci sembra, allo stato di carenza organica attuale, una scelta sbagliata. Soprattutto in considerazione che sopra a tutti c’è un dirigente a cui spetta gestire il servizio e il personale. Non si capisce inoltre con quale logica un’altra figura professionale sia stata assunta come assistente sociale ed ora invece sia stata destinata a ruoli prettamente amministrativi. A questo si riferisce l’assessore quando parla di valorizzazione professionale? Un problema che la Uilfpl intende anche segnalare all’ordine degli assistenti sociali. Dunque, se all’amministrazione sta veramente a cuore questo servizio che è stato di esempio in Italia, bisogna si smetta una volta tanto di perdere tempo parlando di effimere future riorganizzazioni, tanto care agli amministratori per la propaganda elettorale, e invece mettano mani concretamente a quelle semplice operazioni di rafforzamento dell’organico subito possibili. Passare immediatamente da 6 a 8 operatori (sui 9 previsti) sarebbe, questa si, un’operazione utile alla città”. Foto: (archivio) TerniLife ©