La UIL da tempo sostiene la necessità di una riduzione dei costi eccessivi della “politica” e per quanto riguarda Terni da tempo sostengono la necessità, tra l’altro, della riduzione del numero degli assessori. L’articolo 41 dello statuto del Comune di Terni dice che “la Giunta Comunale è composta dal sindaco, che la presiede, e da un numero di assessori non inferiore ad un sesto e non superiore ad un terzo dei consiglieri del Consiglio comunale, compreso il sindaco, con arrotondamento aritmetico”.
“Attualmente – spiega in una nota il segretario Uil Terni, Gino Venturi – gli assessori sono 9 quindi 3 in più del necessario. Tutto ciò è illogico anche in considerazione che i tagli governativi hanno di gran lunga ridotto le disponibilità dei comuni e pertanto non si capisce perché dobbiamo avere 3 assessori in più avendo da amministrare molti milioni in meno del passato. Tre assessori in meno comporterebbero un risparmio annuo di certo superiore ai 300mila euro. Che, naturalmente secondo il punto di vista sindacale, potrebbero di certo essere usati meglio magari per la manutenzione delle strade, mettere in sicurezza i mezzi dei vigili, per i sussidi ai veramente bisognosi, ecc. La scelta di avere ben tre assessori in più del richiesto stride anche con le dichiarazioni provenienti da quello che definisco ironicamente ‘assessorato alla demagogia’. Ricordo infatti che dopo decine di anni il Comune ha deciso di non erogare una prima quota di produttività 2015 (pari a 300 euro circa pro-capite) ai propri dipendenti (trattasi di soldi dovuti e già guadagnati) vedendo evidentemente in ciò una significativa e qualificante scelta politica a fronte della grave congiuntura economica e sociale che non consente di imboccare corsie preferenziali non giuste e difficilmente comprensibili per i cittadini. Chissà perché invece dovrebbe essere comprensibile per i cittadini che si paghino tre assessori in più del necessario stabilito dallo Statuto?”. Foto: (archivio) TerniLife ©