“Non molti sanno che il prodotto umbro più consumato in assoluto e il più diffuso nelle tavole degli italiani è senza dubbio l’acqua minerale. Nel territorio della Regione Umbria sono presenti 17 acque utilizzate ai fini dell’imbottigliamento. Parliamo dei marchi tra i più venduti e popolari d’Italia che rappresentano un patrimonio e un valore aggiunto importante dal punto di vista economico industriale e che può diventarlo anche dal punto di vista della promozione territoriale”: lo ha affermato il vicepresidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, in occasione della rassegna di eventi “Acque dell’Umbria, risorsa e fonte di vita” organizzata a Milano dalla Regione e Sviluppumbria nelle ultime giornate di Expo con l’ obiettivo di valorizzare questo elemento così importante per la sopravvivenza del nostro Pianeta.
Giornate particolarmente intense quelle vissute ad Expo dove la Regione, in collaborazione con Sviluppumbria, hanno organizzato una serie di conferenze e degustazioni nelle quali si è ricordata l’importanza dell’acqua per la vita, in linea con Expo 2015. Insieme a Paparelli anche Mauro Agostini, Direttore Generale Sviluppumbria, Mario Celotti, Presidente A.D.A.M.(associazione degustazione acque minerali), Cesaria Mattia, responsabile risorse idriche del gruppo Norda Sangemini Gaudianello e coordinata dal giornalista Klaus Davi. All’ incontro era presente anche la presidente dell’assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi. Madrina della giornata, Samanta Togni.
Paparelli durante la tavola rotonda ha ricordato come l’Umbria, terra autentica, sia una meta ambita dai visitatori, soprattutto da coloro che apprezzano i borghi non battuti dal turismo di massa dove si cerca autenticità, modernità e tradizione locale.
“E noi – continua Paparelli – siamo pronti per accogliere questa domanda fatta di turismo esperienziale, intelligente e sostenibile. L’Umbria racchiude in se’ alcuni dei più bei luoghi in cui l’acqua è indiscussa protagonista. Tra questi luoghi c’ è lo splendore delle Cascate delle Marmore , il Lago Trasimeno, il Lago di Piediluco fino ad arrivare al fiume Tevere che attraversa tutta la Regione. Ma in Umbria non sono presenti solo laghi e fiumi, ma anche un sottosuolo ricco di acque minerali e termali. Da Città di Castello a San Gemini passando per Spello ed Assisi, le terme dell’Umbria offrono diverse opportunità per prendersi cura del corpo e della salute. In alcuni casi sono realtà che hanno bisogno di essere ripensate per formula e gestione, ma che senza dubbio rappresentano un patrimonio da sfruttare ancor meglio. Un altro vero e proprio patrimonio che richiama ogni anno turisti anche da fuori regione sono le sorgenti termali di San Gemini, Fontecchio e San Faustino. Oggi infatti, tanti turisti scelgono l’Umbria con lo stesso obiettivo è cioè rilassarsi e rimettersi in forma e vivere un’avventura a stretto contatto con la natura dove,proprio l’acqua, rappresenta uno straordinario veicolo di opportunità”.
La maggior parte delle sorgenti di acque minerali di caratteristiche oligominerali sono ubicate negli acquiferi carbonatici della dorsale appenninica, nei comuni di Scheggia-Pascelupo (Motette, Fonte S. Chiara), Gualdo Tadino (Rocchetta), Nocera Umbra (Angelica e Flaminia), Foligno (Sassovivo), Sellano (Fonte Tullia), Cerreto di Spoleto (Viva e Misia), Gubbio (Rugiada). A ridosso dei massicci carbonatici dei Monti Martani, oltre alle altre fonti di acqua oligominerale quali l’Amerino, la Fabia e la Fonte Aura in comune di Acquasparta troviamo le acque medio-minerali effervescenti naturali nei comuni di Massa Martana (Sanfaustino), San Gemini (Sangemini) e Acquasparta (Grazia sorgenti di Acquasparta).Completa il quadro delle acque oligominerali la Sorgente Tione ubicata nei complessi vulcanici del comune di Orvieto.
Expo è stata un occasione di promozione di questa straordinaria risorsa ma anche occasione per lanciare l’idea di rivedere e potenziare il Disciplinare di utilizzo del marchio istituzionale che oggi si chiama “Le Acque dell’Umbria” utilizzandolo, in prospettiva, anche come strumento di comunicazione del brand Umbria specie per quanto attiene al settore turistico. “Immagino – continua Paparelli – un’etichettatura che preveda il nostro claim regionale e magari un piccolo QR code che possa indirizzare direttamente i consumatori interessati a connettersi con i nostri strumenti di comunicazione come ad esempio il nostro portale del Turismo. Ritengo possa essere un veicolo di promozione formidabile in grado di arrivare con maggiore evidenza sulle tavole degli italiani. L’altra che stiamo per adottare servirà a valorizzare ancor meglio la varietà delle nostre acque minerali e a dargli maggior valore nell’ambito della ristorazione . Lo faremo attraverso i bandi regionali sul commercio e ristorazione richiedendo agli esercenti di adottare oltre alla carta dei vini anche la carta delle acque”. Foto: (archivio) TerniLife ©