Don Mario Baciarelli, sessantuno anni fa, a Piediluco, dava vita alla “Casa del Giovane”, opera di carità e dedizione ai bisognosi, protesa ad accogliere i bambini senza famiglia, senza casa o non seguiti dai genitori. Oltre 1200 ragazzi sono passati nella casa potendo vivere in una vera famiglia, formarsi e avere una vita dignitosa. Nel 2000 la casa è stata ristrutturata ed affidata alla direzione della cooperativa sociale Tabor, che gestisce progetti sociali per pazienti con disturbi psichici tesi ad un reinserimento sociali e a migliorare la qualità della vita.
Dopo la messa sarà festeggiata la “Casa del Giovane” nei locali della comunità. Un momento celebrativo nello spirito di accoglienza, fraternità e comunione che è sempre stato alla base dell’opera sociale della Casa del Giovane nel territorio di Piediluco.
«Abbiamo cercato di creare opportunità d’inserimento sociale per i giovani con disagi mentali che ospitiamo presso la “Casa del giovane” – spiega Cristina Pocetta presidente della cooperativa “Tabor” – cercando di recuperare le loro abilità lavorative, l’autostima e l’autonomia, attraverso percorsi che propongono attività concrete di lavoro da sviluppare anche all’esterno».
Oggi la “Casa del Giovane” ospita 16 adulti inseriti dall’Usl Umbria 2 in trattamento di riabilitazione psichiatrico, per i quali sono attivati progetti individuali con percorso terapeutico personalizzato, al termine del quale è previsto anche il reinserimento in famiglia o in altri ambiti. Foto: Diocesi Terni ©