“Ripristinare il servizio di centrale unica di committenza erogato dalla Provincia di Terni”, questo quanto chiedono i consiglieri di minoranza Cristiano Ceccotti (primo firmatario), Sergio Bruschini e Manuela Beltrame in una mozione nella quale, rivolgendosi al presidente della Provincia, si vorrebbe un illustrazione dei motivazioni che hanno portato alla sua sospensione.
Nella mozione i tre consiglieri chiedono inoltre che il servizio “venga implementato con figure professionali atte a garantire efficienza ed efficacia come già ampiamente dimostrato”. L’attività della centrale di committenza, ricordano i tre firmatari, è iniziata ad aprile 2013 con l’adesione dei comuni di Stroncone, Calvi dell’Umbria e Giove. In quell’anno sono state effettuate 12 procedure di appalto per l’affidamento di lavori, beni e servizi, con un entrata per la Provincia di 16.400 euro. Nel 2014 si sono aggiunti Castel Giorgio, Arrone e Montecastrilli con un aumento delle pratiche salite a 18 e 34.670 euro di introiti per l’ente. Quest’anno hanno aderito Monteleone d’Orvieto, Otricoli, Amelia e Ferentillo. Nei primi cinque mesi dell’anno i 10 Comuni elencati hanno proceduto a 21 appalti con un’entrata di oltre 43mila euro. Sempre nel 2015 il numero complessivo di Comuni è salito a 18 per l’adesione di Narni, Montefranco, Avigliano Umbro, Ficulle, Montecchio, San Venanzo, Alviano e Porano. “Questi ultimi però – sottolineano Ceccotti, Bruschini e Beltrame – non hanno potuto usufruirne a causa della sospensione della relativa convenzione”.
Ceccotti, Bruschini e Beltrame ricordano anche come sia stata approvata a gennaio scorso all’unanimità dal Consiglio provinciale una mozione presentata dal consigliere Maraga (sindaco di Amelia, ndr) per ridurre i costi a carico dei Comuni. Appare evidente come la centrale di committenza abbia dato risposte professionali ed efficaci alle necessità dei Comuni in materia di affidamento di appalti di lavori, di beni e di servizi. L’esperienza della Provincia di Terni è risultata essere tra le prime in Italia tanto che la Regione Umbria ha invitato, nell’ambito dell’attività del Consorzio Itaca, istituito dalle Regioni con competenze in materia di appalti, il responsabile dell’ufficio appalti affinché illustrasse ai rappresentanti delle altre regioni le modalità di funzionamento. Inoltre la legge 56/2014 (Delrio. Ndr) nel rideterminare le competenze delle Province vi ha espressamente ricompreso anche l’attività di centrale di committenza per conto dei Comuni. Appare quindi incomprensibile non porre in essere tutte le iniziate possibili per garantire il mantenimento di un servizio professionalmente valido e rilevatosi utilissimo per i Comuni aderenti. Tra l’altro una centrale di committenza destinata ad assumere proporzioni importanti ma non gigantesche e prossima territorialmente, garantisce la snellezza delle procedure, la facilità dei rapporti e la giusta attenzione alle problematiche temporali e tecniche dei Comuni aderenti”. Foto: TerniLife ©