(R. F.) Luoghi da salvaguardare che sono nel cuore di chi li vorrebbe vedere risplendere di luce propria sono, in provincia di Terni, più di cento. Il Fondo ambiente italiano Fai, in collaborazione con Intesa San Paolo, ha pubblicato il censimento nazionale “I luoghi del cuore”, un progetto che chiede a tutti i cittadini di segnalare i piccoli e grandi tesori che amano e che vorrebbero salvare e che ha l’obiettivo di coinvolgerli e sensibilizzarli nei confronti del patrimonio artistico e paesaggistico e di favorire l’aggregazione e la collaborazione fra comunità e istituzioni al fine di proteggere e valorizzare tale patrimonio. I luoghi del cuore 2014, quelli che i ternani vorrebbero vedere “salvati” il prossimo anno, sono più di cento. Con 3123 voti, i partecipanti al sondaggio vorrebbero veder salvata la chiesa di san Giovenale e luogo dell’orto medievale di Orvieto; al 151esimo posto, con 2051 voti vorrebbero vedere migliorata la foresta di Dunarobba ad Avigliano Umbro. Con 2029 voti il castello di Montalfina a Castel Giorgio; con 1931 voti la pieve di Santa Vittorina sempre ad Avigliano Umbro. Con 934 voti la Valserra; con 291 voti la chiesa di san Nicola di Monterivoso a Ferentillo e con 61 voti Villa Palma a Terni. Giardino e palazzo Cesi ad Acquasparta, Valle dell’Abbadia di san Nicolò al Monte Orvietano, santuario della Madonna della Maestà a Ficulle, abbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo e di san Benedetto in Fundis a Stroncone hanno preso qualche voto. Così come le rovine di Carsulae, castel Rubello a Porano, le Cascate delle Marmore, il duomo di Orvieto e la chiesa di Sant’Erasmo. Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare tocca anche il cuore della bassa Umbria. E per quanto riguarda i luoghi che il Fai ha salvato, c’è il Giardino e monastero delle Orsoline a Calvi dell’Umbria per i quali sono stati raccolti nel 2012 più di 2mila voti. L’intervento di recupero della porzione di parco più vicina agli edifici e alla sua area di ingresso, in collaborazione con il Comune, ha preso il via il 18 maggio 2015. Foto: Fondo ambiente italiano ©